Alice Ronchi

Ponte dell’Olio, Piacenza (1989)

Una Boccata d’Arte 2022, Alice Ronchi, Caro Montemarcello, Montemarcello (SP), Liguria. Courtesy: Fondazione Elpis. Ph Nuvola Ravera

Alice Ronchi ha conseguito un MFA presso il Sandberg Instituut di Amsterdam nel 2015 dopo una laurea nel 2012 presso la NABA di Milano, città dove attualmente vive e lavora. Nel 2013 inizia la sua collaborazione con la galleria Francesca Minini di Milano dove espone con due mostre personali, Breakfast on the grass (2014) e Majestic solitude (2018). Collabora spesso con istituzioni, scuole e musei per la progettazione di laboratori per bambini. Attualmente insegna presso la NABA di Milano: Sculpturing – corso di inglese internazionale. Nelle sue opere gli oggetti di uso quotidiano incontrano il mondo dell’invenzione e della fantasia. La ricerca della meraviglia è un tema costante nel suo lavoro, popolato da figure familiari ma enigmatiche, frutto di una rielaborazione astratta. A metà tra il giocoso e il minimale, il suo lavoro è una sintesi perfetta tra la semplicità dell’espressione e la complessità delle forme e dei significati. Con l’utilizzo di diversi media, che vanno dalla scultura alla fotografia, dalla performance al video, Ronchi interroga la realtà attraverso uno sguardo attento e curioso, regalandoci la sua magica visione.
Il suo lavoro è stato esposto in gallerie e musei internazionali tra cui: Palazzo Reale (Milano IT), Fons Welters Gallery (Amsterdam NL), La Triennale (Milano, IT), Macro (Roma IT), Stadgalerie (Kiel DE), MamBo (Bologna IT), MAXXI (Roma IT), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino IT), Galleria civica di Trento (Trento IT) tra gli altri. Nel 2021 Ronchi ha disegnato il trofeo di Formula 1 per il Gran Premio di Imola, commissionato da Pirelli in collaborazione con Pirelli HangarBicocca.

Il progetto di Alice Ronchi a Montemarcello è coordinato da Andrea Daffra.

La mostra

Caro Montemarcello

a cura di Andrea Daffra

Finissage domenica 18 settembre, ore 18.00
Evento partecipativo, lettura delle lettere
P.zza XIII Dicembre
(In caso di pioggia: Chiesa di San Pietro Via Lavaccino, 2)

Ci sono paesi la cui voce rischia di svanire nel tempo, tra sentieri gonfi di rugiada, terreni impervi, lunghe notti stellate e storie lontane. Suoni di antiche borgate adagiate sulle colline, in cui “sembra non ci siano che pietre”, come scrisse Italo Calvino. Qui, l’arsura estiva e il gelo invernale infliggono le loro pene ai muri nudi e ai tetti di cotto, senza tuttavia consumarne mai l’essenza, la vera anima. Chi ha tempo di ascoltare, infatti, sa che il silenzio della materia può essere rotto dalle parole di chi resta con tenacia, facendo riecheggiare vicende di fatti remoti. Gli abitanti, narratori dei luoghi, guidano la fantasia dei “foresti” verso angoli senza età, dal sapore dolce e raffinato.
A Montemarcello, dove la poesia satura l’aria, Alice Ronchi ha deciso di conoscere il luogo del suo progetto intervistando proprio gli abitanti. Dagli incontri sono emersi racconti, sentimenti contrastanti e riflessioni che hanno portato l’artista a chiedere alla comunità di scrivere una lettera aperta al proprio paese, per raccontarne l’intimo legame. Le parole diffuse nell’aria e sulla carta, hanno abbracciato ricordi ed emozioni, talvolta stratificati nel tempo come le case, talora impreziositi da un velo nostalgico. Caro Montermarcello, il progetto che racconta il sentimento d’amore autentico e genuino emerso dalle interviste, parla di questo, di quel senso di comunità e di appartenenza con il proprio borgo, terra del possibile e monumento alla diversità. L’opera principale dell’intervento, una scritta arcuata in acciaio lavorato a mano con la frase È amore, è adagiata sul portale delle mura difensive che abbracciano e proteggono le abitazioni, come indizio per svelare ai passanti cosa troveranno tra i viottoli arroccati: amore, comunità, bellezza.
Delle lettere anonime raccolte nei numerosi sopralluoghi, lette dall’artista nella piazza principale, rimarranno delle tracce, non solo nella memoria dei presenti, tra le pietre e le pieghe della terra, ma su un elemento da custodire gelosamente tra le antiche mura di quel piccolo borgo, da cui si diffondono l’immaginazione e le parole degli abitanti, vera anima del luogo.

Il borgo

Montemarcello, Liguria

44°02′44.77″N 9°57′56.59″E

Piazza XIII dicembre, Montemarcello. Courtesy: Comune di Ameglia

Montemarcello è un piccolo borgo storico del Comune di Ameglia, situato all’altitudine di 266 metri sul livello del mare. Avvolto da una cinta di mura ancora leggibile, si snoda tra stradine e vicoli a formare un compatto abitato di case sul crinale del Promontorio del Caprione affacciato sul mar Ligure all’esterno e sulla foce del fiume Magra all’interno. Il suo territorio è compreso nel Parco di Montemarcello Magra – Vara istituito nel 1985 ed è annoverato dal 2006 tra i “Borghi più belli d’Italia”. Da Montemarcello si possonogodere le potenti viste panoramiche sulle Apuane da un lato, e sul ‘Golfo di Venere’ con le isole Palmaria e Tino dall’altro. Si narra che l’origine del nome derivi dalla vittoria del console Marco Claudio Marcello sul popolo dei Liguri al tempo dell’insediamento della colonia romana di Luni che sorgeva sull’opposta sponda del Magra. Tuttavia la sua definizione costruttiva mostra i caratteri del basso medioevo sia per la costruzione di opere di difesa, sia per le strutture abitative. All’interno della chiesa di San Pietro risalente al XV secolo, si conserva un trittico attribuito al Maestro di Borsigliana e una pregevole ancona marmorea del 1529, commissionata dalla comunità del borgo e attribuita allo scultore francese Domenico Gare, detto il franzosino. L’unica attuale piazza del Paese non è frutto della storia insediativa, ma l’esito di un bombardamento aereo, avvenuto il 13 dicembre del 1944 che fu causa di numerose vittime e di ingenti danni.