Luca Pozzi
Milano (1983)

Luca Pozzi a Mezzano. Ph. Valerio Panella.
Pozzi studia gravità quantistica, cosmologia e fisica delle particelle, e la sua ricerca teorica è convertita in una serie di installazioni ibride caratterizzate da sculture magnetiche, oggetti in levitazione, AR/VR e un uso performativo della fotografia.
“La scultura rappresenta la mitologia del mio linguaggio interdisciplinare con riferimenti che spaziano dall’immaginario cartoon al Rinascimento – passando dall’informatica alla fisica teorica”.
La mostra
“Arkanians”
a cura di Valerio Panella
Le sue antiche leggende popolari e tradizioni di Mezzano sono incentrate sul concetto di previsione del futuro, come protezione dall’imprevedibilità delle calamità naturali: vivere in montagna, soprattutto in passato, era duro, difficile. Ma l’approccio di Luca Pozzi è positivo e proiettato al futuro: un punto di vista privilegiato per guardare al lontano passato e contribuire a rinnovare la relazione tra mito e leggenda, tra arte e scienza. ARKANIANS fa proprie queste fascinazioni e trasferisce la questione su un piano interdisciplinare, unendo arte contemporanea e fisica teorica.
“Dragon’s Eggs” e “Arkanian Shenron” rappresentano l’incontro tra linguaggi diversi e tecniche millenarie, come la fusione del bronzo o la lavorazione totemica del legno e l’ingegneria aerospaziale dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare).
Le “Dragon’s Eggs”, posizionate ai piedi del borgo in campo aperto, osservano Mezzano dall’alto dei loro piedistalli – tre tronchi di abete bianco alti quasi 5 metri – e sono equipaggiate con rivelatori di particelle muonici.
Il borgo
Mezzano, Trentino Alto Adige
46°09’17.1″N 11°48’26.5″E

Il borgo di Mezzano. Courtesy: il comune di Mezzano.
Il nome di Mezzano deriva dalla posizione mediana del borgo rispetto agli altri comuni del Primiero, valle situata all’estremità orientale del Trentino, alle pendici delle Pale di San Martino di Castrozza nelle Dolomiti. Sono molte le attrazioni che caratterizzano il borgo: gli affreschi dipinti sui muri, vibranti di una religiosità ingenua ma intensa; i capitelli, le croci, le Madonne agli angoli delle strade; le cento iscrizioni sui tetti e sui colmi; il sistema capillare delle acque, con le sue gallerie di captazione, gli “stoli”, le fontane in pietra, le lisciaie; più di duecento orti; la sequenza di stalle, ballatoi, fienili; i selciati e finti bugnati; l’esposizione permanente “Cataste&Canzei”: 30 opere nate dalla rielaborazione artistica della catasta di legna, fonte di approvvigionamento per l’inverno.