Luis López-Chávez
Manzanillo (1988)

Una Boccata d’Arte 2022, Luis López-Chávez, Nadine in Panicale, Panicale (PG), Umbria. Courtesy: Fondazione Elpis. Ph Daniele Mattioli
Luis López-Chávez si è laureato all’Accademia Professionale di Arti Plastiche di Manzanillo nel 2007 e all’Istituto Superiore d’Arte dell’Avana nel 2013. Nel 2012 ha ricevuto una borsa di studio per il Royal Institute of Art, Stoccolma, Svezia. Nel suo lavoro, ha condotto un esercizio di ricerca sullo sviluppo della forma plastica e sugli attriti che questa genera quando viene introdotta nello spazio logico del mondo come un’affermazione. Sulla base di queste frizioni con il contesto storico-sociale, con il linguaggio o con l’arte stessa, propone una visualità racchiusa tra una metodologia concettuale e un impulso inconscio, tra una proposta filosofica e un’immagine poetica. La motivazione iniziale su alcuni temi come lo spazio o il vuoto, l’idea della morte, nei suoi diversi approcci, perde il suo protagonismo nel processo lavorativo. Le forme che cedono o si ripetono per avvicinarsi ed enunciare questi temi sono fondamentali, diventano imperative. Per l’artista, un’opera è il processo lavorativo che può generare, che implica un movimento di idee, di forme, e un’autonoma decantazione di queste, dove molte rimangono incompiute e allo stesso tempo esigono il proprio sviluppo. Nel 2015 è stato invitato alla 12a Biennale dell’Avana, con il progetto Los síntomas del engaño esposto al Museo Nazionale di Belle Arti dell’Avana.
Tra le sue principali mostre personali: El acto total, organizzata da Galleria Continua, presso l’Unión Nacional de Arquitectos e Ingenieros de la Construcción de Cuba (UNAICC) (2019); Las Contravenciones, El Apartamento, L’Avana (2019); Contra los poetas, Galería Servando, L’Avana (2017).
Il suo lavoro ha fatto parte di diverse mostre collettive tra cui: Cómo está el agua e Diamante en bruto, Galleria Continua, Havana (2018); Ola Cuba, Lille 3000, Lille, Francia (2017); Soy Cuba, Palazzina dei Bagni Misteriosi-Teatro Franco Parenti, Milano, Italia (2017); Continua Spheres Ensemle, 104 (Cent Quatre), Parigi, Francia (2017); Cuba mi amor, Galleria Continua, Les Moulins, Francia (2017).
Il progetto di Luis López-Chávez a Panicale è coordinato da Margherita Belaief.
La mostra
Nadine in Panicale
Nadine in Panicale
a cura di Margherita Belaief
Panicale è un pittoresco borgo medievale che, con suoi 441 metri di altitudine, gode di un panorama unico sul lago Trasimeno.
Oggi come nel passato è una terra aperta all’arte e alla cultura, dando l’accoglienza ad artisti come Masolino da Panicale, il Perugino. Il processo che ha portato l’artista cubano Luis López-Chávez alla realizzazione del suo intervento è iniziato prima ancora del suo arrivo a Panicale, via e-mail, fino a quando ha potuto esplorare da vicino i luoghi circoscritti all’interno delle storiche mura e nella campagna tutt’intorno, attraverso l’interazione, l’ascolto e l’osservazione dei “personaggi” che frequentano la piazza principale.
Gli abitanti diventano i protagonisti di due video NADINE IN PANICALE e LAST TAPE girati in set e momenti diversi.
All’interno di un antico frantoio dove si trova l’Arca di Pan, uno spazio che promuove l’arte e la cultura nella loro interdisciplinarietà, accanto ai video si trovano due serie di dipinti che portano all’interno di questo contesto una sintesi dell’architettura e della società dell’isola cubana.
Il borgo

Panicale, Umbria
43°02′N 12°06′E

Una Boccata d’Arte 2022, il borgo di Panicale (PG), Umbria. Courtesy: Fondazione Elpis. Ph Daniele Mattioli
Con circa 5.000 abitanti, Panicale è uno dei Borghi più belli d’Italia dal 2008 e Bandiera Arancione del TCI (dal 2007), situato in provincia di Perugia. Ha uno splendido affaccio sul Lago Trasimeno e le sue tre isole e per questo viene definito come una “terrazza naturale” sul Lago. Luogo di cerniera tra Umbria e Toscana, ha visto la nascita e il passaggio di numerosi personaggi importanti, tra i quali il fiero condottiero Boldrino Paneri, il Maestro Pietro Vannucci detto il Perugino e il suo illustre allievo Raffaello. Da sempre una “terra illustre” che ha ispirato e continua a ispirare artisti di diversi paesi, musicisti, poeti, compositori, attori. Luogo di bellezza e contemplazione, dove il paesaggio dipinto cinque secoli fa dal Perugino sembra ancora tangibile e intatto.
Lo si può attraversare a passo lento, a cavallo, in bici e anche approfittando delle numerose cantine e aziende che producono ottimo olio e prodotti tipici come la fagiolina e vari tipi di cereali. Il Santo patrono San Michele Arcangelo dà il nome alla bellissima Collegiata, che svetta nel cuore del centro storico. Panicale vanta anche tre opere di Land Art di Mauro Staccioli (Arco rovesciato, 1996) Beverly Pepper (Anfiteatro Panicale, 2000-2021) e Virginio Ferrari (Cristalli in formazione, 2022).