Villiam Miklos Andersen
a cura di
Gabriele Tosi
Serre di Rapolano - fraz. di Rapolano Terme (SI), Toscana
Condividi

Nella mia ricerca studio la concezione delle relazioni, del desiderio e della precarietà in ambienti di lavoro a prevalenza maschile, principalmente nel settore della logistica.
Come persona queer cresciuta in una realtà rurale, ho sempre riflettuto sulla sproporzione nel riconoscimento economico e sociale dei diversi tipi di lavoro. Come scultore, mi confronto con questi temi e con le contraddizioni che ne fanno parte.

Villiam Miklos Andersen (Kalundborg, Danimarca, 1995) si è laureato alla Hochschule für Bildende Künste - Städelschule di Francoforte nel 2021, nella classe di Judith Hopf, e alla Jutland Art Academy di Aarhus nel 2020. La sua pratica artistica è influenzata da un interesse per la logistica e per le modalità di lavoro della società post-industriale, in particolare da come le sfere del personale e del privato si intreccino e siano informate dai sistemi dettati dalle logiche economiche. Il suo lavoro mostra esperienze reali vissute all’interno di vaste reti di sistemi e pratiche votate all’efficienza. Nei suoi ultimi lavori, l’artista riflette su contesti di lavoro segnati da una prevalenza maschile e propone uno sguardo queer, che ne esplora il potenziale di sensibilità, romanticismo e cura. Ha vinto il G+G Art Award Nord (DE, 2023), l’Aros Art Prize (DK, 2020) ed è stato selezionato per Ars Viva Art Prize (DE, 2022). Le mostre recenti includono: Area of common interests, 1Shanthiroad, Bangalore (IN, 2024); November, Simulacra, Pechino (CN, 2023); The Pawn Shop, documenta fifteen, Kassel (DE, 2022); Proof, that this is a home, Frankfurter Kunstverein (DE, 2022); Going Nowhere, Spoiler Zone, Berlino (DE, 2021); Umsteigemöglichkeit, Kunsthal Aarhus (DK, 2020). Il suo lavoro è parte di collezioni istituzionali come quelle del X Museum di Pechino e del Herbert Gerisch-Stiftung a Neumünster, Germania. A novembre 2024 aprirà la sua prima grande personale in un’istituzione, all’O—Overgaden di Copenaghen.

Serre di Rapolano - fraz. di Rapolano Terme (SI)
Toscana

Situato in cima a una collina delle Crete Senesi, Serre di Rapolano è un suggestivo borgo medievale circondato da mura che fa parte del comune di Rapolano Terme.
Nato come castello in epoca bizantina, l’abitato fu feudo dei Cacciaconti e divenne poi un comune rurale su cui Siena impose la propria sovranità. Durante la dominazione senese, all’ospedale di Santa Maria della Scala fu concesso di fare uso dell’antico palazzo imperiale, costruito ai tempi del Barbarossa, come magazzino fortificato, da dove deriva appunto il termine “Grancia”. L’edificio rimane uno dei palazzi più importanti del borgo, oggi museo, e fa parte della catena museale di Fondazione Musei Senesi. Di altrettanto rilievo sono il palazzo Gori Martini, il Teatrino in stile neoclassico, uno dei più piccoli al mondo che risale agli inizi del ‘600 e la chiesa di Sant’Andreino, di costruzione romanica situata in una zona panoramica.
Il paesaggio circostante è caratterizzato dalle cave di travertino, usato da sempre come materiale da costruzione per i palazzi del paese e non solo, e ancora oggi centrale per le attività della zona.
Nel mese di maggio il borgo si anima con la rievocazione medievale in onore di “Ciambragina”, la bella sposa di un ricco mercante senese del 1300, originaria di Cambrai, che visse a Serre da padrona del castello. Durante questa festività i vicoli si popolano di di giullari, musicanti e ballerini che, insieme agli abitanti del paese mettono in scena uno spaccato di vita medievale.