Andrea Martinucci
a cura di
Giulia Pollicita
Letino (CE), Campania
Condividi

La mia ricerca si propone di analizzare la natura dinamica della memoria, dell’identità e della comunicazione nel contesto del nostro panorama sociale e politico. In questo ambito, oggetti inanimati assumono il ruolo di protagonisti, liberandosi dalle loro funzioni convenzionali.
Questo approccio metaforico funge da metodo di comunicazione non verbale che si sviluppa attraverso stratigrafie visive caratterizzate da toni umoristici, assurdi e poetici.

Andrea Martinucci (Roma, 1991) è un artista visivo con base tra Milano e Roma. La sua ricerca è dedicata all’esplorazione di un’ampia gamma di temi attraverso un approccio multidisciplinare, che viaggia tra fiction e teoria. La sua pratica ruota principalmente attorno alla pittura ma si estende anche alla scrittura e alle immagini in movimento. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni pubbliche e private come la Triennale, Milano; IUNO, Roma; MACRO, Roma; Palazzo Reale, Milano; Tang Contemporary Art, Hong Kong; Aldea - Center for Contemporary Art and Technology, Bergen; FuturDome, Milano; Palazzo delle Esposizioni, Roma; ZETA Contemporary Art Center, Tirana; Mattatoio, Roma; Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce, Genova; Fondazione Pastificio Cerere, Roma. Nel 2020 è stato tra i vincitori di Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere, presentando l’installazione video Turbomondi (Melodia), destinata alla collezione pubblica dell'Istituto Centrale per la Grafica, Roma. Ha partecipato a diversi progetti, tra cui: Tonight we are young - New Italian Art, Triennale, Milano (IT, 2022); Fenomeno Pasquarosa, La Fondazione - Fondazione Nicola Del Roscio, Roma (IT, 2021); Rereading the Archive, Fondazione ICA, Milano (IT, 2022); MANIFesta - Iniziative di II, MACRO, Roma (IT, 2021).

Letino (CE)
Campania

All’interno del Parco Regionale del Matese, a 1050 m s.l.m sorge il borgo montano di Letino.
Ancora oggi, il centro storico conserva la sua antica conformazione, fatta di piccoli e suggestivi vicoli, interrotti di tanto in tanto da scorci panoramici che si affacciano sulla valle sottostante. La Chiesa di S. Giovanni Battista e il Castello, costruito su resti neolitici, sono punti di interesse storico e architettonico, insieme al Santuario della Madonna del Castello, edificio incastonato nella cinta muraria costruita durante il Seicento.
Fin dal neolitico, Letino attrasse insediamenti grazie alle sue verdi valli, boschi di faggi, sorgenti e bacini acquatici: il fiume Lete, chiamato "fiume dell'oblio" e alimentato da numerose sorgenti, e il Lago di Letino, bacino idroelettrico noto per la bellezza naturale e le formazioni stalattitiche e stalagmitiche, che tracima in cascata nella ripida e scoscesa Valle delle Ravi.
Il costume tradizionale di Letino riflette tutt’oggi la cultura locale: le donne indossano camicette bianche ricamate a mano e gonne lunghe scure, su cui poggiano un grembiule colorato e decorato; i capelli sono raccolti in una treccia o coperti da un fazzoletto. Gli uomini indossano pantaloni neri, camicia bianca e giacca decorata. Questi abiti sono utilizzati per le occasioni speciali e le festività locali e preservano tutt’ora l’identità culturale e il legame con le radici storiche di Letino.