Virginia Russolo
a cura di
Emanuela Manca
Sedilo (OR), Sardegna
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La mia ricerca indaga come la comunicazione con il sacro sia mediata dai materiali. Cera d’api, seta, propoli, grassi animali e corna sono materiali ricorrenti nei miei quadri e sculture.
Cerco una “corrispondenza” con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza. Misticismo, mitologia e un sentimento di nostalgia archeologica informano i miei lavori.

Virginia Russolo (Oderzo, 1995) vive e lavora a Creta, Grecia ed è cresciuta tra Italia, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Paesi Bassi; nel 2017 si è laureata alla Ruskin School of Art dell’Università di Oxford. La sua ricerca indaga come la comunicazione con il sacro è mediata dai materiali, quali cera d’api, seta, propoli, grassi animali e corna, che spesso ricorrono nei suoi quadri e nelle sue sculture. Esplora quella che l’antropologo Tim Ingold definisce una “corrispondenza” con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza. Il suo lavoro è influenzato da elementi di misticismo, mitologia e un sottile senso di nostalgia archeologica. Russolo è stata selezionata per la residenza artistica di Fondazione Spinola Banna in collaborazione con GAM, Torino (IT, 2019) e Rupert’s Alternative Education Programme, Vilnius (LT, 2021). Nel 2023 è stata Visiting Art Scholar alla Shanghai Jiao Tong University. Ha partecipato a mostre presso: Shahin Zarinbal, Berlino (DE, 2024); CLC gallery, Pechino (CN, 2023); The Address Gallery, Brescia (IT, 2022); Mediterranea 19 Young Artist Biennale, San Marino (IT, 2021); Rupert, Vilnius (LT, 2021); Podium Gallery, Oslo (NO, 2021);Procida Capitale della Cultura, Procida (IT, 2022); 7th Thessaloniki Biennale, Salonicco (EL, 2020); T293 Gallery, Roma (IT, 2018); Pitt Rivers Museum of Anthropology and Ethnography, Oxford (UK, 2017); Modern Art Oxford (UK, 2016).

Sedilo (OR)
Sardegna

Nel cuore dell’Isola, sull’altopiano di Abbasanta, affacciato sul suggestivo scenario del lago Omodeo, sorge il millenario borgo di Sedilo. Centro agropastorale del Guilcer, al centro di rilievi coperti da lecci, querce, sughere e macchia mediterranea, offre itinerari da percorrere a piedi, in bici o a cavallo.
Prossimo al lago Omodeo, il parco archeologico di Iloi ospita al suo interno un nuraghe trilobato, un villaggio e due tombe di Giganti risalenti all’Età del bronzo. Il territorio fu tuttavia abitato già prima, come testimonia la necropoli di Ispiluncas, composta da ben 33 domus de Janas, di cui 10 sono visitabili.
Sacro e profano confluiscono nel rito arcaico de s’Ardia, spettacolare corsa a cavallo per santu Antine, che rievoca la battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.): Costantino vinse dopo che, secondo leggenda, gli apparve una croce con scritto in hoc signo vinces. Al tramonto del 6 e all’alba del 7 luglio, la folla riempie la vallata, anfiteatro naturale dell’evento. Un centinaio di cavalieri discende senza freni il chilometro dal paese (da su Frontigheddu) al santuario di san Costantino, medioevale, poi ricostruito in stile gotico-catalano nel 1600.
Oltre a quella di san Costantino, si distinguono la chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista, la chiesa con architettura spagnola di sant’Antonio Abate e quella di san Basilio, per il quale il primo settembre si svolge la corsa degli asinelli.