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Aymen Mbarki è un artista visivo autodidatta la cui pratica si distingue per una profonda sensibilità verso le poetiche e le politiche del linguaggio e della mitologia. A cinque anni si è imbattuto in una riproduzione di Saturno che divora i suoi figli di Goya: un incontro rivelatore che ha segnato radicalmente il suo approccio all’arte. Le sue composizioni graficamente minimali e le linee pittoriche, che oscillano tra astrazione figurativa, teatralità e scrittura asemica, catturano l’essenza di gesti umani spontanei e intimi. Il suo lavoro costruisce un dialogo tra materiale e movimento, pattern e sperimentazione, traendo ispirazione dalla poesia, dalla letteratura, dalla mitologia greca e dalla tragedia teatrale.
La sua prima mostra collettiva si è tenuta nel 2019 alla Biblioteca Nazionale di Tunisi. Da allora ha preso parte a numerose personali e collettive, tra cui: Sun Rays and Tiny Cubes, Selma Feriani Gallery, Tunisi (TN, 2024); Za'ir – Ruggito, VOGA Art Project, Bari (IT, 2024); Hirafen: Talan l’Expo, a cura di Ludovic Delalande e Nadia Jelassi, Tunisi (TN, 2023); Letters to Ovid, Yosr Ben Ammar Gallery, Marsa (TN, 2021); Galerie A. Gorgi, Tunisi (TN, 2021); Yosr Ben Ammar Gallery, Tunisi (TN, 2020). Ha inoltre partecipato a residenze e fiere internazionali, tra cui: L’atelier Selma Feriani – Drawing as an Installation, Tunisi (TN, 2023); Liste Art Fair, Basilea (CH, 2024); Cape Town Art Fair (ZA, 2022, 2023).
Sammichele di Bari si estende su una zona pianeggiante dell’entroterra barese, tra vigne, uliveti, ciliegi e mandorli. Il suo territorio rientra nella Lama Diumo, parte del reticolo idrografico di Lama San Giorgio.Le sue origini risalgono all’età del Bronzo, ma la fondazione dell’attuale borgo avvenne nel 1609 per mano del nobile portoghese Michele Vaaz. Il primo nucleo abitativo, composto da 87 case, sorse attorno alla torre Centuriona, oggi Castello Caracciolo, sede del Museo della Civiltà Contadina Dino Bianco.
Ribattezzato Casale San Michele nel 1619, il paese fu governato dalla famiglia Caracciolo fino al 1806. Il centro storico conserva le tipiche abitazioni dette “vignali”, piccoli monolocali in pietra con volta a botte, imbiancati a calce e un tempo adornati da viti rampicanti sull’uscio. Simbolo del legame con la tradizione Un altro elemento della tradizione sono le maschere apotropaiche scolpite in pietra locale che raccontano antiche credenze popolari.
Grande risorsa della comunità è il turismo enogastronomico, in particolare grazie alla celebre zampina, insaccato di carni miste celebrato ogni anno, dal 1967, con una sagra a fine settembre. A questa si affianca la focaccia a libro, oggi presidio Slow Food.
Sammichele è nota inoltre per le sue tradizioni legate al Carnevale, con un fenomeno culturale che trova le sue radici nella tradizione popolare: i cosiddetti “festini”, serate danzanti con compagnie di maschere, regolamentate secondo un'antica disciplina. Questa peculiarità locale è riconosciuta dal Ministero della Cultura come fenomeno storico e identitario.
Co-diretta da Nicola Guastamacchia e Flavia Tritto, VOGA Art Project è un’organizzazione no profit dedicata alla ricerca, produzione e valorizzazione dell’arte contemporanea in Puglia. Dal 2021 organizza mostre, residenze, talk e laboratori, unendo a una programmazione internazionale l’opportunità per artiste e artisti e organizzazioni locali di divulgare il proprio lavoro. Il nome dell’organizzazione – un’esortazione a navigare insieme – definisce l’orizzonte critico del progetto e la volontà di affermarsi come centro per l’arte contemporanea a Bari, nel cuore del Mediterraneo. Per Una Boccata d’Arte in Puglia, ha curato i progetti di Simone Bacco a Spinazzola (2022), di Evita Vasiljeva a Maruggio (2023) e Emanuele Marullo a Poggiorsini (2024).