Andrea Martinucci
Il tempo, come frusta
a cura di
Giulia Pollicita
Letino (CE), Campania
Condividi

Il tempo, come frusta nasce dall’impulso di Andrea Martinucci di scavare nella storia di Letino. Questo tentativo approda alla scoperta dell’insurrezione di un piccolo gruppo di anarchici letinesi alla fine dell’Ottocento. L’episodio diventa un espediente attraverso cui rileggere le implicazioni del vivere oggi in un paese lontano dai grandi centri abitati, eppure perfettamente immerso nel presente. Da qui nasce l’invito da parte dell’artista, rivolto ai letinesi durante un periodo di residenza nel paese, a raccontare se stessi e la propria accezione di “resistenza” attraverso un oggetto da donare.
L’intervento di Andrea Martinucci si configura in un’installazione video ambientale site specific pensata quindi per il bar di Letino, soprannominato Che Guevara, uno dei cuori pulsanti dell’intero paese. I materiali raccolti hanno costituito la sceneggiatura e gli oggetti di scena della video installazione Monster Grabber, girata nel bar durante la serata del karaoke, alla quale partecipa tutta la comunità. Nel video, proiettato in loop ad intervalli sullo schermo, un braccio meccanico raccoglie, sfiora, o trattiene per pochi momenti gli oggetti e le loro storie, accompagnato dalle musiche di MaiMaiMai che reinterpreta in chiave elettronica canzoni tradizionali di Letino e della Campania in via di scomparsa. Fogli di giornale in esposizione all’interno del bar raccolgono i racconti originari trasmessi oralmente nelle storie riscritte e trasfigurate dall’ascolto dell’artista.
Fuori dal bar un intervento pittorico sull’insegna ormai consunta dal tempo segnala la presenza dell’opera e la continuità con il luogo che la accoglie.
Il tempo, come frusta, intende sollevare un interrogativo: chi ha il controllo e la capacità di dare voce alle cose? Un ente superiore, una macchina da intrattenimento, o il semplice scorrere del tempo? O, forse, nessuna di queste ipotesi?

Opere:

01. Andrea Martinucci, Monster Grabber, 2024. Installazione site specific, video HD, colore, suono, 18'45''
Original Score e sound Design: MaiMaiMai. Prima camera, cinematography ed editing: Arianna Del Grosso. Set Design: Benedetta Maestro. Assistente Set Design: Eleonora Scarponi.
Bar Tomasone Rita (anche conosciuto come Che Guevara), Piazza Giacomo Matteotti, 8

02. Andrea Martinucci, Fruste, 2024. 6 Stampe xerox b/n su carta da giornale riciclato 80 gr., 16 pp, 35 x 50 cm
Bar Tomasone Rita (anche conosciuto come Che Guevara), Piazza Giacomo Matteotti, 8

03. Andrea Martinucci, Welcome Monsters, 2024. Acrilico su legno, 96 x 96 x 1cm cad.
Bar Tomasone Rita (anche conosciuto come Che Guevara), Piazza Giacomo Matteotti, 8

Ho identificato il bar come luogo ideale per esplorare la tensione tra memoria, deformazione e pettegolezzo. Il mio orecchio conserva le storie di resistenza delle persone che ora so chiamare per nome. Sarò il custode dei segreti, come se avessi fatto un patto con le montagne che mi hanno accolto.

Andrea Martinucci (Roma, 1991) è un artista visivo con base tra Milano e Roma. La sua ricerca è dedicata all’esplorazione di un’ampia gamma di temi attraverso un approccio multidisciplinare, che viaggia tra fiction e teoria. La sua pratica ruota principalmente attorno alla pittura ma si estende anche alla scrittura e alle immagini in movimento. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni pubbliche e private come la Triennale, Milano; IUNO, Roma; MACRO, Roma; Palazzo Reale, Milano; Tang Contemporary Art, Hong Kong; Aldea - Center for Contemporary Art and Technology, Bergen; FuturDome, Milano; Palazzo delle Esposizioni, Roma; ZETA Contemporary Art Center, Tirana; Mattatoio, Roma; Museo d'Arte Contemporanea Villa Croce, Genova; Fondazione Pastificio Cerere, Roma. Nel 2020 è stato tra i vincitori di Cantica21. Italian Contemporary Art Everywhere, presentando l’installazione video Turbomondi (Melodia), destinata alla collezione pubblica dell'Istituto Centrale per la Grafica, Roma. Ha partecipato a diversi progetti, tra cui: Tonight we are young - New Italian Art, Triennale, Milano (IT, 2022); Fenomeno Pasquarosa Fondazione Nicola Del Roscio, Roma (IT, 2021); Rereading the Archive, ICA, Milano (IT, 2022); MANIFesta - Iniziative di II, MACRO, Roma (IT, 2021).

La mia ricerca si propone di analizzare la natura dinamica della memoria, dell’identità e della comunicazione nel contesto del nostro panorama sociale e politico. In questo ambito, oggetti inanimati assumono il ruolo di protagonisti, liberandosi dalle loro funzioni convenzionali.
Questo approccio metaforico funge da metodo di comunicazione non verbale che si sviluppa attraverso stratigrafie visive caratterizzate da toni umoristici, assurdi e poetici.

Letino (CE)
Campania

All’interno del Parco Regionale del Matese, a 1.050 m s.l.m, sorge il borgo montano di Letino.
Ancora oggi il centro storico conserva la sua antica conformazione, fatta di piccoli e suggestivi vicoli, interrotti di tanto in tanto da scorci panoramici che si affacciano sulla valle sottostante. La Chiesa di S. Giovanni Battista e il Castello, costruito su resti neolitici, sono punti di interesse storico e architettonico, insieme al Santuario della Madonna del Castello, edificio incastonato nella cinta muraria costruita durante il Seicento.
Fin dal Neolitico, Letino attrasse insediamenti grazie alle sue verdi valli, boschi di faggi, sorgenti e bacini acquatici: il fiume Lete, chiamato fiume dell'oblio e alimentato da numerose sorgenti, e il Lago di Letino, bacino idroelettrico noto per la bellezza naturale e le formazioni stalattitiche e stalagmitiche, che tracima in cascata nella ripida e scoscesa Valle delle Ravi.
Il costume tradizionale di Letino riflette tutt’oggi la cultura locale: le donne indossano camicette bianche ricamate a mano e gonne lunghe scure, su cui poggiano un grembiule colorato e decorato; i capelli sono raccolti in una treccia o coperti da un fazzoletto. Gli uomini indossano pantaloni neri, camicia bianca e giacca decorata. Questi abiti sono utilizzati per le occasioni speciali e le festività locali e preservano tutt’ora l’identità culturale e il legame con le radici storiche di Letino.

Si ringrazia: Sindaco Pasquale Orsi, Vicesindaco Oliviero Cristinzo, Vincenzo D’Alterio, l’artista locale Angelo Ciarlo, Rita Tomasone, Giuseppe Tomasone e il personale del bar, le persone che hanno aderito al progetto e tutti i cittadini di Letino per l’accoglienza e il sostegno.