Riccardo Benassi
Così per dire
a cura di
Marta Oliva per Threes
Pesariis (UD), Friuli-Venezia Giulia
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Pesariis è il ticchettio di una moltitudine di orologi, il vocio ritmato del tempo. Pesariis è un borgo fatto di duecento anime nel Friuli carnico. Dal 1725, la famiglia Solari avvia l’omonima fabbrica, portando l’orologio a essere simbolo di questa frazione minuta di Prato Carnico, avvolta dalle montagne. I corpi degli orologi attendono imponenti tra le case in pietra, diversi per colore, meccanismo e dimensione. Il loro quadrante, cadenzando, ricorda e osserva.

Pesariis è anche a New York, al MoMA, dove uno dei figli di Solari splende, ruotando le lancette. Ma è percorrendo le vie del borgo fino alla vecchia scuola oggi abbandonata che, dal calare del sole fino all’alba, si può scorgere l’apparizione: un sussurro di parole che si rincorrono in echi. Nelle ore in cui solo gli orologi muovono le braccia, la parola scritta diventa psicosuono, ovvero tentativo di tramutare in oralità il flusso di coscienza che riveste la facciata del grande edificio. Un flusso che, come le leggende dei borghi, non può che trasmettersi oralmente.

Così per dire è una performance incorporea, una installazione pubblica soggetta ai cicli della luce notturna, una proiezione laser che vive nello spazio della giornata dedicato al tempo non produttivo, ispirata da incontri e leggende popolari nel luogo. Riccardo Benassi è l’artista che ha scelto come terreno epifanico la scuola di Pesariis, un teatro aperto dove il sipario si apre con la fine del giorno, dove è il tentativo dello spettatore di riprodurre a voce il testo proiettato, un monologo in prima persona dove le parole mutano di lingua in lingua e dove gli orologi affollano di onomatopee, a essere protagonista.

Benassi fa parlare scansioni temporali composte di attimi, attese, notti e vite, dove le prime gocce di pioggia si confondono con il tic tac degli orologi, dove il tempo meteorologico maschera quello emotivo. Siamo nel territorio dell’artista, dove la tecnologia concorre alla nostra percezione della realtà e dello spazio, dove suono e parola divengono poesia viva.

"COSÌ PER DIRE" È UNA PERFORMANCE INCORPOREA BASATA SULL'UTILIZZO DEL MEDIA TESTUALE E SU UN DIZIONARIO D'INVENZIONE. UN'EMISSIONE DI LASER BIANCO SI SINCRONIZZA QUOTIDIANAMENTE AI CICLI DI LUCE DIURNA DELLA VALLE E SI DIRIGE VERSO LA SCUOLA PUBBLICA ABBANDONATA, SITUATA AL CENTRO DI PESARIIS: L'ENORME ARCHITETTURA CEMENTIZIA, FORSE RISVEGLIATA TEMPORANEAMENTE DALL'APPARENTE TORPORE, DIVENTA SUPERFICIE EPIFANICA E BASE DI LETTURA PER LA CREAZIONE DI FUTURI PSICOSUONI

Riccardo Benassi (Cremona, 1982) è un artista multidisciplinare che vive e lavora a Berlino e online. Il suo lavoro indaga l’impatto della tecnologia nella nostra relazione quotidiana con lo spazio e come i dispositivi tecnologici cambiano la struttura della nostra vita e concorrono all’organizzazione della realtà. Benassi implementa il suono e il linguaggio attraverso installazioni basate sul tempo, poesie visive, video-saggi e interventi architettonici. Dal 2013 è docente di Sound Design all’Accademia di Belle Arti Carrara di Bergamo, dal 2014 al 2016 è stato professore di Pratiche Creative al dBs College di Berlino, e dal 2019 è Guest Lecturer alla NABA di Milano. Ha pubblicato: Letters from the passenger seat when no one is behind the wheel (Mousse Publishing 2010), Briefly, Ballare (Danilo Montanari 2012), Attimi Fondamentali (Mousse Publishing 2012), Techno Casa (Errant Bodies 2015), Sicilia Bambaataa (NERO Publishing 2015), Morestalgia (NERO Editions 2020). Il suo lavoro è stato esposto in spazi pubblici e privati in Italia e nel mondo. Alcune delle recenti mostre includono: Macro, Rome (2022); Biennale de l’Image en Mouvement, Genève (2021); MoCA Taipei, Taiwan (2021); Museion, Bolzano (2020); ZKM | Zentrum für Kunst und Medien, Karlsruhe (solo show) (2020), Lo Schermo dell’Arte (2020), Center d’Art Contemporain Genève (solo show) (2019), Live Arts Week / ART CITY Bologna (2020), ICA, Milan (2019); IIC Melbourne (2019); Galleria ZERO …, Milan (2019); Impakt festival, Utrecht (2019) ; MAMbo Bologna (2018); Parc Saint Léger, Guérigny (2018); ArtLine, Milan (2018); Kunstraum Potsdam, Berlin (2017); Künstlerhaus Bethanien, Berlin (solo show) (2016); IIC, Paris (solo show) (2016); Farnesina Collection, Rome (2016); Salvatore Ferragamo Museum, Florence (2016); OCAT, Shanghai (2015); VW Veneklasen / Werner, Berlin (screening) (2015); PAC, Milan (2014); Videoex, Zurich (2014); Civic Museum of Castelbuono, Palermo (solo show) (2014); MAXXI, Rome (2014).

PERCORRENDO LE VIE DEL BORGO FINO ALLA VECCHIA SCUOLA OGGI ABBANDONATA, DAL CALARE DEL SOLE FINO ALL’ALBA, SI PUÒ SCORGERE L’APPARIZIONE: UN SUSSURRO DI PAROLE CHE SI RINCORRONO IN ECHI. NELLE ORE IN CUI SOLO GLI OROLOGI MUOVONO LE BRACCIA, LA PAROLA SCRITTA DIVENTA PSICOSUONO

Pesariis (UD)
Friuli-Venezia Giulia

Pesariis, frazione del comune di Prato Carnico, provincia di Udine, è un piccolo borgo della Val Pesarina (Valle del tempo) di circa 200 abitanti che ha conservato la tipologia e l’assetto distributivo dell’originario centro urbano di montagna. Pesariis è conosciuto come il paese degli orologi: ci sono documenti che testimoniano la produzione orologiaia di questo borgo fin dagli inizi del XVII secolo. Fu la famiglia Solari ad avviare, nel 1725, l’omonima fabbrica per la produzione di orologi, fabbrica attiva ancora oggi. Una passeggiata per le vie del paese, tra le antiche case carniche, permette di scoprire orologi imponenti, diversi uno dall’altro per dimensione, colore, caratteristiche, meccanismi e modalità̀ di funzionamento che formano il Percorso dell’orologeria monumentale: un percorso espositivo adatto a chi ama passeggiare a ritmo lento, scandito dai rintocchi del tempo. Percorso suggestivo che fonde arte, artigianato e tecnologia, integrandosi armoniosamente con gli angoli più pittoreschi del borgo. A Pesariis si trova anche il Museodell’Orologeria che testimonia la secolare tradizione orologiaia della valle. Una collezione che ripercorre l’evoluzione tecnologica dell’orologeria pesarina dai modelli di orologio più̀ antichi a quelli più̀ recenti: orologi in ferro forgiato, da torre, a palette, marcatempo, per arrivare al Cifra 3, che fa parte della collezione di oggetti di design del Museum of Modern Art di New York.

Si ringraziano tutti gli abitanti che hanno scambiato con Riccardo il loro tempo e la loro voce, in particolare l'abitante più anziana con la quale ha parlato, Fausta, e l'abitante più giovane con la quale ha parlato, Michela.