Edicola dei Randagi – Shrine of the Strays è un’installazione che include lastre di metallo lavorate secondo la tradizionale tecnica iconografica georgiana, ormai in disuso, in dialogo con l’architettura medievale di Citerna. Su ciascuna lastra è inciso un cane randagio: figure numerosissime nella città natale dell’artista, Tbilisi, qui trasformate in “reliquie” urbane. I cani randagi – ormai parte integrante del tessuto urbano – hanno un nome, hanno delle storie, e instaurano rapporti unici con gli abitanti dei loro quartieri. Queste piccole storie quotidiane sono elevate a simboli, con la stessa dignità delle cronache di guerra, delle vite dei santi o delle biografie dei re. L’opera mette in luce la tensione tra selvatico e domestico, tra potere e solidarietà, invitando a riflettere sul valore poetico delle storie marginali.
La tecnica utilizzata è essa stessa prossima alla scomparsa: il formato iconografico tradizionale della cultura cristiano‐ortodossa georgiana, realizzato con materiali e competenze storicamente radicati, ma oggi quasi del tutto dimenticati. Questo metodo antico non è solo un gesto artistico, ma un atto di preservazione culturale, che rinnova una tradizione artigianale e un linguaggio visivo in via d’estinzione.
I cani randagi a loro volta riflettono tensioni e dinamiche sociali complesse. La loro presenza è costante nella vita urbana, ma al tempo stesso sfugge a una semplice categorizzazione. In questo senso, il progetto si pone come un archivio visivo, un’Edicola dei Randagi, in cui ogni raffigurazione è intitolata al quartiere dove il cane è stato incontrato, ancorandolo a un luogo specifico e tessendo una rete di storie.
L’opera racconta una storia di oppressione ma anche di tolleranza, di convivenza in spazi condivisi e di ruoli sociali complessi. È un racconto in cui la forma del cane resta la stessa, ma il contesto cambia di volta in volta, dando a ogni figura una storia personale e una voce unica. Meparishvili ci offre un archivio urbano e poetico, che preserva una memoria collettiva spesso trascurata, valorizzando storie marginali e restituendo dignità a chi solitamente rimane invisibile.
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Opera:
01. Qeu Meparishvili, Edicola dei Randagi - Shrine of the Strays, 2025, materiali vari, dimensioni variabili.
Rocca di Citerna, Via della Rocca, Citerna (PG)
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LA RAPPRESENTAZIONE DEI CANI RANDAGI VA OLTRE LA SEMPLICE DOCUMENTAZIONE. LA SUA DIMENSIONE POETICA INVITA A RIFLETTERE SUGLI ISTINTI PREDATORI, SULL’ANIMALE DENTRO L’UMANO E
L’UMANO DENTRO L’ANIMALE. DIVENTA UNA STORIA DI OPPRESSIONE, TOLLERANZA, SPAZIO CONDIVISO E, IN PARTE, RUOLI DI GENERE.
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Qeu Meparishvili (Tblisi, Georgia,1995) vive e lavora a Tbilisi. La sua pratica artistica, che spazia tra scultura in argilla e installazione, è profondamente influenzata dal contesto culturale del suo paese. La sua ricerca indaga temi legati alla mitologia, alla natura umana e alla vita dopo la morte, traducendoli in forme simboliche e poetiche. Ha studiato presso la Film and Theatre University e al Center of Contemporary Art di Tbilisi. Ha partecipato a residenze artistiche internazionali come la Salzburg Summer Academy, Salisburgo (AT, 2017) e Morpho, Anversa (BE, 2023). Tra le sue principali mostre personali e collettive figurano: Grey is the Cube, Blue the Ellipse, Maison de la Culture d'Amiens - MCA, Amiens (FR, 2025); A Chimera's Memorial, E. A. Shared Space, Tbilisi (GE, 2024); SIXROOMFLAT, Tbilisi (GE, 2024); Delving into Bones Liquor, Morpho, Anversa (BE, 2023); Tsinamdzgvrishvili 49 / Mazniashvili 10, LC Queisser, Tbilisi (GE, 2023); Quiet! Someone's Singing on a Mountain…, Tbilisi (GE, 2023).
Citerna sorge su una collina a 480 metri di altitudine e si affaccia sull’Alta Valle del Tevere con viste spettacolari che abbracciano quattro regioni: Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Situata all’estremo nord dell’Umbria, la sua posizione strategica l’ha resa a lungo una roccaforte ambita. Passeggiando si respira il fascino delle antiche mura e delle architetture medievali, immerse nella bellezza delle testimonianze artistiche del Rinascimento, tra cui dipinti di Pomarancio, Luca Signorelli e una terracotta attribuita a un giovane Donatello. Citerna è inoltre la quarta tappa di un percorso religioso e meditativo, il Cammino di San Francesco.
Terra ricca di storia, si anima con manifestazioni come l’Invitta, rievocazione della guerra Barberina,tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio, e la Festa della Scartocciatura a Pistrino, che celebra l’antica arte di sbucciare le pannocchie a mano. Citerna vanta infine una tradizione enogastronomica peculiare, legata al vinsanto, il passito amabile tipico dell’Umbria.
Giovanni Rendina è un ricercatore e curatore indipendente. Durante l’estate del 2023 è stato visiting research fellow presso l’Henry Moore Institute a Leeds. Ha curato mostre per Palermo Capitale della Cultura, Art City Bologna, Live Arts Week Bologna e Gelateria Sogni di Ghiaccio. Nel 2019 è stato uno dei vincitori della sesta edizione dell’Italian Council. Ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi del Molise e, precedentemente, ha completato il master in Curating and Collections presso il Chelsea College of Arts di Londra. Nel 2024 ha pubblicato il libro Arte contemporanea. Un approccio radicale all'interno della collana Eterotopie edita da Mimesis.