L’arco è un elemento architettonico che connette due spazi, momenti o stati d’essere, evocando un senso di transizione e trasformazione, associato all’idea di sostegno e sopportazione. Nell’architettura pubblica richiama celebrazioni identitarie e politiche, mentre nell’edilizia privata trasmette ricchezza e prestigio sociale.
Come un portale (in inglese gate), l’arco è allo stesso tempo entrata e uscita, punto di congiunzione e incontro (pitch point) tra due elementi, vicini ma non abbastanza per coincidere.
Pitch Point esplora spazi liminali, passaggi e punti di incontro dell’architettura urbana di Lustra evidenziando il rapporto tra strutture collettive e esperienza individuale. Un tempo sede della Baronia del Cilento, poi proprietà feudale, oggi Lustra – con il suo prominente castello – ha conservato in parte la sua organizzazione gerarchica facendo da cornice per matrimoni di lusso e celebrazioni. Suitors 1, 2 e 3 riprendono la curva di tre archi che si innalzano dalla struttura esistente della frazione Rocca Cilento verso il paesaggio e l’architettura circostanti. Come “macchine celibi”, restano sospese verso un punto di unione impossibile tra due punti. La forma richiama quella di fessure involontarie trovate sulla superficie muraria di Rocca. Suitors (spasimanti) incarnano corpi frammentari e desideranti che rifiutano definizioni normative, ridotti a un funzionamento simbolico e poetico. Again, a gain, Horizon è un portale all’interno di un campo da calcio in disuso, che non porta da nessuna parte e non separa nulla. L’installazione, generata dall’incontro di più archi, richiama la forma di un Uroboro o di un nastro di Möbius, simboli dell’infinito. Giocando con simboli, come quelli di unione ed eternità – centrali nella narrazione amorosa e celebrativa – in Pitch Point Tild Green agisce al confine tra desiderio e impossibilità, forma e funzione, facendo riferimento al contesto agonistico come a quello amoroso. Facendo emergere identità frammentarie e scenari sociali affettivi non conformi – in cui architettura e forma non organizzano più il potere, ma lo rifrangono e incrinano – Greene ci espone alle possibilità della trasformazione.
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Opere:
01. Tild Greene, Suitor 1, 2025, silicone e alluminio, 85 x 210 x 15 cm circa.
Via del Popolo, Piazza inferiore, Rocca Cilento, Lustra (SA)
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02. Tild Greene, Suitor 2, 2025, silicone e alluminio, 40 x 145 x 25 cm circa.
Via del Popolo, Piazza inferiore, Rocca Cilento, Lustra (SA)
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03. Tild Greene, Suitor 3, 2025, silicone e alluminio, 45 x 145 x 25 cm circa.
Via del Popolo, Piazza inferiore, Rocca Cilento, Lustra (SA)
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04. Tild Greene, Again, a gain, Horizon, 2025, acciaio e alluminio, 250 x 450 cm x 50 cm.
Via Mercato, Campo da calcio, Rocca Cilento, Lustra (SA)
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Tutte le opere sono all’aperto e accessibili sia di giorno che di notte. Il percorso si sviluppa in una passeggiata di circa 20 minuti: dalle tre sculture nei pressi della piazza principale fino all’installazione collocata nel campo da calcio, poco fuori dal borgo, in Via Mercato. La visita è facilitata da segnaletiche posizionate lungo il tragitto
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UN PIEDE INCONTRA UN PALLONE E LO CALCIA IN AVANTI. UN CANCELLO SI APRE. L’INCONTRO DI UNA FORMA CON UN’ALTRA GENERA MOVIMENTO. È UNA POSSIBILITÀ. C’È UNA POSIZIONE OSCILLANTE CHE È SEMPRE SUL PUNTO DI TOCCARE. LO SPAZIO SI RIEMPIE E POI SI SVUOTA, E LA TERRA CHE PERDURA ACCOGLIE QUESTI SPOSTAMENTI DI PASSAGGIO E INTENZIONE.
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Tild Greene (UK, 1994) vive e lavora ad Amsterdam. Dopo aver conseguito il BA presso il Camberwell College of Art – University of the Arts London (2014–2017), ha partecipato al programma di residenza di De Ateliers, Amsterdam (2020–2022). La sua pratica indaga la resilienza, la capacità e il compimento, osservando come queste qualità si manifestano nei corpi e negli oggetti. Il potenziale di attivazione – il passaggio da una forma latente a un’esperienza incarnata – è una forza motrice del suo lavoro.
Greene combina oggetti prefabbricati, metodi industriali e materiali organici, spesso elementi commestibili o consumabili, che conferiscono alle sculture una dimensione umana, come una seconda pelle, soglia tra corpo reale e corpo suggerito. Questa attenzione si radica in una ricerca continua su consumo, domanda e mercificazione, articolata fisicamente attraverso tensioni, vincoli e vari gradi di permanenza.
Ha preso parte a mostre collettive presso Punt WG, Amsterdam (NL, 2022); Willie Creative Space, Amsterdam (NL, 2022); De Vleeshal, Middelburg (NL, 2023); Loods6, Amsterdam (NL, 2023); Projectspace 38.40, Amsterdam (NL, 2023); Galeria Stereo, Varsavia (PL, 2023); Moduł Obsługi Spraw, Varsavia (PL, 2025); Sharp Projects, Copenaghen (DK, 2022).
Mostre personali includono Galeria Fonti, Napoli (IT, 2024) e Galeria Stereo, Varsavia (PL, 2023). Ha partecipato a fiere d’arte come Liste Art Fair, Basilea (CH, 2023) e Arte Fiera, Bologna (IT, 2025).
Ritrovamenti di strutture murarie e frammenti ceramici, databili al IV-III secolo a.C., attestano l’antica origine di Lustra. Rocca Cilento, oggi frazione del comune, ebbe un ruolo centrale nella storia locale: il suo castello, sede della Baronia del Cilento, fu centro politico e militare del territorio. Durante la Guerra del Vespro (1282–1302), tra Angioini e Aragonesi, assunse un ruolo strategico nel conflitto per il controllo della Sicilia e del Sud Italia.Tra i luoghi d’interesse si segnalano: il Convento di San Francesco, fondato da San Bernardino da Siena nel 1427 e affrescato con scene della sua vita; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, documentata dal 1583; la Chiesa di Santa Maria Vetere, oggi nel complesso cimiteriale, risalente al XIV secolo e legata a una leggenda mariana. Di grande valore è il campanile di Santa Maria Vetere, raro esempio di architettura sacra con influenze arabo-sicule, databile tra XII e XIII secolo.
Giulia Pollicita (Palermo, 1996) vive e lavora a Napoli ed è curatrice della Fondazione Morra Greco, Napoli.Attualmente svolge un dottorato di ricerca presso la University of the Arts London (UAL). stata assistente curatrice di Pierre Bal-Blanc per una mostra di Cezary Bodzianowski nel 2024 e di Salvatore Lacagnina per una mostra di Jimmie Durham nel 2022 Ha curato mostre presso diverse gallerie come Des Bains a Londra e Richard Saltoun a Roma. Scrive per riviste d’arte come Flash Art e NERO. Nel 2025 curerà la prima mostra personale istituzionale italiana di Marina Xenofontos.
Per Una Boccata d’Arte in Sicilia, ha curato il progetto di Isaac Chong Wai a Castiglione di Sicilia (2022), e in Campania i progetti di Serena Vestrucci a Cetara (2023) e Andrea Martinucci a Letino (2024).