Endless Shine of Human Violence [Infinito splendore della violenza umana] è il titolo del progetto ideato dall’artista ucraina per il borgo di Cigognola, in occasione della terza edizione di Una Boccata d’Arte.
Il progetto nasce come un tentativo di assimilazione poetica del trauma della guerra attraverso la trasformazione di alcune macerie e oggetti in reperti preziosi, pseudo gioielli custoditi nel sottosuolo e visibili attraverso una lastra di vetro.
L’opera trova il culmine della sua restituzione nel riscontro con la luce: una luce a tratti abbagliante, che dal sottosuolo viene filtrata da un velo di vetro in frantumi, sul quale sono deposti macerie e oggetti di uso quotidiano raccolti in Ucraina e fusi insieme in seguito alle alte temperature sprigionate dai bombardamenti. Attraverso la sepoltura a cielo aperto di questi artefatti trasfigurati, l’artista opera un rituale dando un valore rinnovato agli oggetti che si svelano, come segreti, a chi abbassa lo sguardo al suolo. L’intervento si inserisce mimetizzandosi nel paesaggio per apparire nella sua lucentezza man mano che il visitatore si incammina lungo il viale alberato che conduce al Belvedere. Elementi disgreganti che derivano dal conflitto armato sono così traslati in un luogo di valore opposto: il colle ricco di vigneti dove sorge il borgo di Cigognola, che tuttavia porta nella sua storia e geografia i segni di guerre passate come il Monumento ai caduti delle due Guerre Mondiali e il Castello medievale che domina il panorama.
È proprio la prossimità̀ con il Monumento ai caduti a favorire un dialogo asincrono con l’opera. Due testimonianze della tragicità̀ della guerra, nel passato così come nell’urgenza del presente.
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Opere permanenti:
Alina Kleytman, Endless Shine of Human Violence, 2022, cemento, macerie, vetro, resina epossidica, led 35 x 150 x 80 cm.
Cigognola (PV), Lombardia
"ENDLESS SHINE OF HUMAN VIOLENCE" RISPECCHIA UN DOLORE PREZIOSO E LUCCICANTE INSIEME AL DESIDERIO DI RICOSTRUIRSI SENZA CANCELLARE NULLA, IL SIMBOLO POETICO DI UNA SOFFERENZA TANTO TANGIBILE QUANTO DELICATA. GLI ARTEFATTI SONO LA TRASMUTAZIONE DEL DEVASTO, CONSTATAZIONE DI UNA REALTÀ TRAGICA: LA VIOLENZA È UN'ATTITUDINE CHE FIN DA SEMPRE HA CARATTERIZZATO LA NATURA DELL'ESSERE UMANO. L'OPERA VUOLE ESSERE UN'ULTERIORE RIMARCAZIONE DI QUESTA VERITÀ, COSÌ COME DEL FATTO CHE LE IMMAGINI DELLA DISTRUZIONE SONO TALMENTE SPAVENTOSE CHE FAREMMO DI TUTTO PER NON VEDERLE, PER RIASSEMBLARLE
Alina Kleytman (Kharkiv, Ucraina, 1991) è un’artista, curatrice, scultrice e tutor. Al momento sta lavorando principalmente in ambito scultoreo. Dall’inizio dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, Alina ha partecipato a diversi festival, programmi e mostre per sostenere il popolo ucraino.
Nel 2019-2020 è stata tutor del progetto Coming Out of Isolation 2.0 – avviato da IZOLYATSIA e sostenuto dal Fondo per i diritti umani 2019 – incentrato sulle tematiche della discriminazione, della xenofobia e del pregiudizio nei confronti dei membri della comunità LGBT+ in Ucraina. Dal 2020 è curatrice dello spazio d’arte indipendente Dzherelo (Kyiv, Ucraina), che ospita una serie di mostre pubbliche, talk e conferenze, tra le quali il ciclo espositivo The bodies in the city e Mold-kid. Alina ha curato inoltre diversi spettacoli queer come il QUEER CABARET al festival di ISKRA e lo spettacolo di presentazione del progetto di residenza Coming Out of Isolation 2.0.
Ad aprile 2021 ha vinto “Women in Arts” (per la categoria: the woman in the visual art), premio indipendente di UN Women e dell’Istituto ucraino. Per due volte ha vinto il PinchukArtPrize: nel 2015 con il premio speciale per l’opera Super A e nel 2018 con il premio del pubblico per l’opera Ask your Mom.
Dal 2021 è curatrice e autrice di idee per progetti come Once upon a queer (Ucraina/Polonia), Look at me I’m the worst (Ucraina/Germania).
ATTRAVERSO LA SEPOLTURA A CIELO APERTO DI ARTEFATTI TRASFIGURATI, L’ARTISTA OPERA UN RITUALE DANDO UN VALORE RINNOVATO AGLI OGGETTI CHE SI SVELANO, COME SEGRETI, A CHI ABBASSA LO SGUARDO AL SUOLO
Cigognola è un comune italiano di circa 1.300 abitanti della provincia di Pavia. Il territorio si sviluppa nel cuore verde dell’Oltrepò̀ Pavese, in parte arroccato su una collina, in parte esteso lungo la vallata denominata “Vallescuropasso”. Il Comune è costituito da tre frazioni: Cigognola capoluogo, Vallescuropasso e Vicomune. Oltre agli affascinanti itinerari naturalistici, tre sono i suoi simboli più̀ caratteristici ed emblematici: il Viale delle Rimembranze, la Chiesa Parrocchiale di San Bernardo Abate e il Castello. Il Parco delle Rimembranze è un simbolo di Cigognola, punto panoramico di straordinaria bellezza. Ippocastani secolari e cedri del Libano guidano i visitatori lungo un piacevole percorso: dal Parco lo sguardo spazia sulle valli fino a perdersi nell’orizzonte e scorgere, nelle limpide giornate primaverili, le Alpi e la vetta del Monte Rosa.
Risalente a un’epoca ancora precedente, il Castello di Cigognola viene nominato per la prima volta in documenti del XIII secolo. Nel medioevo la Rocca fu contesa tra varie famiglie, quali i Sannazzaro, i Beccaria e i Visconti, per trasformarsi in una vera e propria corte umanistica nel Rinascimento. Nel XVIII sec. passò a Barbara D’Adda e quindi a suo figlio, Alberico Barbiano di Belgiojoso. Con Napoleone, il bene passò ai Gazzaniga ed infine ai Bricchetto Arnaboldi. Nel XIX secolo Don Carlo Arnaboldi-Gazzaniga, come era d’uso a quell’epoca, rimaneggiò la struttura in chiave neogotica aggiungendovi merlature ghibelline, stemmi e decorazioni di varia natura. Nel ‘900, nel salotto letterario di Mimmina Bricchetto Arnaboldi si potevano incontrare personalità̀ come Montale, Quasimodo, Croce e Bacchelli.