Giulia Mangoni
Il Salmerino Viandante
a cura di
Valerio Panella
San Lorenzo Dorsino (TN), Trentino-Alto Adige
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All’ombra del massiccio del Brenta si narrano ancora storie mitologiche, racconti di tempi lontani e paesaggi preistorici sconosciuti che oggi possiamo solo immaginare. C’erano i ghiacci al posto delle valli e si potevano raggiungere le vette senza scendere e risalire i pendii; solo pochi uomini si spingevano fin qui: cacciatori, migranti, avventurieri che per varie ragioni si recavano in alto in condizioni difficili, aspre, camminando su un vasto mare di ghiaccio o meglio, su quel che ne restava… Si narra che in un giorno particolarmente freddo un uomo, avvicinatosi alla riva di un lago che non esiste più, incontrò un salmerino grande e agile che sembrava nuotare come se stesse volando e quando l’uomo si avvicinò si sorprese perché́ il pesce gli parlò, iniziando a raccontargli la sua incredibile storia: era un Salmerino Viandante, un fantasma preistorico della famiglia dei Salmerini Alpini, uno spirito del freddo che vagava tra le montagne come l’uomo, fluttuando tra i ghiacci in cerca di un luogo dove fermarsi. Parlava della sua specie che era riuscita a sopravvivere all’ultima grande estinzione marina preservata nel ghiaccio come un relitto vivo. In questo mondo di transizione, aiutava i pesci della sua specie a cercare riparo sempre più in alto dove l’acqua era più fredda e limpida.

…L’uomo, da lì a venire, fu spesso aiutato dal pesce che si faceva trovare all’occorrenza nelle gelide acque e lo sostentava nei momenti di magra. Il pesce era abituato al freddo e non temeva gli inverni mentre gli uomini con il tempo impararono a vivere i pendii a valle, che diventavano sempre più̀ caldi e ampi, e del Salmerino Viandante ne rimase solo la leggenda.

Oggi il salmerino nuota ancora nei laghi e nei torrenti che scendono tra le valli del massiccio del Brenta e chissà, forse qualcuno tra questi ha come antenato quel Salmerino Viandante. La temperatura dell’acqua dei laghi alpini si alza sempre più e il pesce per via del cambiamento climatico, perde man mano pezzi del suo habitat. A San Lorenzo Dorsino, questo simbolo di resilienza preistorico scivola attraversando il borgo nel lavoro di Giulia Mangoni che, impostato come una chiamata e risposta tra arte e artigianato, crea legami inediti tra passato e presente, tra biodiversità e società in onore sia al pesce simbolo del territorio che a quello spirito di vicinanza caratteristico delle comunità alpine.

Il tutto prende forma in un percorso che è fatto dall’intreccio di dieci sculture in bronzo create artigianalmente e incastonate in pietra locale di formazione marina – quindi ricca di fossili al suo interno – con il tessuto del borgo in particolare, nelle diverse frazioni dove troviamo le tipiche fontane in pietra nelle quale verranno immerse le opere. La forma del pesce, ogni volta reso leggermente diverso tra una fontana e l’altra, si intravede sommersa dalla stessa acqua glaciale che sostiene l’animale vero. L’intervento in bronzo e pietra è seguito da una serie di sculture artigianali in legno fabbricate dall’associazione di artigiani locali, posizionate lungo un percorso che mira a valorizzare determinati scorci di San Lorenzo.

All’inizio di questo percorso un dipinto che raffigura il Salmerino Viandante introduce l’osservatore e lo cala nella storia millenaria che lega questo pesce alle Alpi.

Opere permanenti:

Giulia Mangoni, Il Salmerino Viandante, 2022installazione, 5 sculture fusione in bronzo a cera persa, 30 x 10 x 8 cm, l’una.

San Lorenzo Dorsino (TN), Trentino-Alto Adige

ATTRAVERSO IL POSIZIONAMENTO DI OGGETTI CHE UNISCONO LA PRATICA ARTISTICA DELLA SINGOLA PERSONA E LA PRATICA DEL GRUPPO ARTIGIANO, SI SPERA DI AVVICINARE CONCETTUALMENTE UN PENSIERO CHE UNISCE LE RISORSE FISICHE, BIOLOGICHE E ANTROPICHE DEL POSTO PER UNA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO CHE SIA ETICA E STIMOLANTE, SIA PER IL VISITATORE ESTERNO CHE PER GLI ABITANTI DEL LUOGO, LAVORANDO CON QUESTI PER CREARE MOMENTI DI AUTO-RAPPRESENTAZIONE E DI RIFLESSIONE SOCIALE NELLO SPAZIO ABITATO

Giulia Mangoni (Isola del Liri, 1991) è un’artista italo-brasiliana la cui pratica ruota attorno all’etica del ritorno; è interessata a creare interventi orchestrati attraverso la lente della pittura al fine di decostruire nozioni di memoria e identità legate a specifiche geografie e comunità decentralizzate. Il suo lavoro si sviluppa attraverso modalità visive di narrazione personale, spesso frutto di un dialogo a più voci, le cui influenze, relazioni e contributi differenti innescano un meccanismo simile al telefono senza fili, capace di dar vita ad opere aperte e in continuo divenire. Nata nel 1991 a Isola del Liri (FR), Mangoni è cresciuta tra Italia e Brasile e ora è tornata a vivere e lavorare nella sua città natale. Mangoni ha un Foundation Degree in Art & Design presso la Falmouth University of the Arts (2011), una laurea in pittura (Hons) da City & Guilds of London Art School (2014), dove inoltre è stata vincitrice sia del premio Skinner Connard’s Travel Prize e del premio Chadwick Healey Prize per la pittura, e un MFA dal programma SVA Art Practice a New York City, (2019). Negli ultimi anni, Mangoni ha partecipato a mostre a livello nazionale ed internazionale, tra cui: Bits & Cream. Metabolizzazione d’Archivio, mostra personale presso ArtNoble gallery, Milano; From the Island of Liri, mostra personale a cura di Juliana Leandra presso Dreambox Lab, New York; Ladder to The Moon presso Monitor Gallery, Roma; VIVERE DI PAESAGGIO, a cura di Mirta di Argenzio presso APALAZZO gallery, Brescia; Zeitgeber (donatore di tempo) presso ArtNoble gallery, Milano; The New Abnormal, Straperetana a cura di Saverio Verini. Inoltre, nel 2020 Mangoni ha partecipato al programma di borse di studio presso CASTRO Projects a Roma, vincendo la borsa di studio Scovaventi Italian Fellowship. Attualmente, inoltre a progetti e mostre itineranti, Mangoni continua ad approfondire la sua ricerca in comunicazione con artigiani, agronomi e allevatori di specie autoctone nel territorio Ciociaro.

DAI TRATTI PIÙ ELEVATI DEI TORRENTI MONTANI, LA PRESENZA DEL SALMERINO ALPINO CI RICORDA LA MISURA DEL TEMPO GEOLOGICO DENTRO IL QUALE NOI COME SPECIE ABITIAMO LE PIÙ RECENTI STRATIFICAZIONI. IL SALMERINO APPARE IN QUESTO PROGETTO PER CONFRONTARSI CON GLI ABITANTI DI SAN LORENZO DORSINO, IN UN MOMENTO DI CRISI ECOLOGICA E CLIMATICA DOVE L'INTRECCIO TRA PRESERVAZIONE DELLA BIODIVERSITÀ E SISTEMI DI AGRICOLTURA E DI ALLEVAMENTO SOSTENIBILE DIVENTANO SEMPRE PIÙ FONDAMENTALI PER IL NOSTRO FUTURO SUL PIANETA

San Lorenzo Dorsino (TN)
Trentino-Alto Adige

San Lorenzo Dorsino è un comune italiano di circa 1500 abitanti della provincia di Trento, nato per fusione dei territori di San Lorenzo in Banale e Dorsino e immerso nel verde del Parco Naturale Adamello Brenta. Le antiche dimore contadine addossate le une alle altre e collegate da portici, androni e corti interne, le piccole chiese colorate dagli affreschi dei pittori Baschenis, raccontano un passato ancora ben presente.
Ovunque si respira la tranquillità di un autentico borgo di montagna, dove la vita scorre lenta, al passo con la natura, come quella più selvaggia della Val d’Ambiez, porta d’ingresso alle Dolomiti di Brenta. Questa valle, che ha fatto la storia dell’alpinismo, inizia stretta e incassata tra pareti rocciose. Poi si apre improvvisamente e lo sguardo si perde tra i pascoli e le guglie dolomitiche più famose, oggi Patrimonio Unesco dell’Umanità.
Escursioni a piedi o in sella alla bici, arrampicate sulla Falesia Dimentica amata da tutti i climber, pesca nelle acque del lago di Nembia, sono le esperienze outdoor con cui scoprire le bellezze paesaggistiche dei dintorni.
Più piccolo del vicino lago di Molveno, il lago di Nembia, dalle acque verde smeraldo, è una riserva naturalistica WWF. Un celebre prodotto locale è la ciuìga, l’insaccato con le rape bianche prodotto esclusivamente a San Lorenzo in Banale.

Si ringraziano L'Associazione degli amici del legno - Dario Serafini, Marco Baldessarri, Danilo Rigotti, Donato Gionghi, Beniamino Bosetti, Fiore Bosetti, l'Associazione Chef del Borgo, Acquazzurra di Marcello Leonardi, Marco Libera di Isocolor srl, Linda Rigotti, Valentina Franchi, la Pro Loco San Lorenzo in Banale e il Presidente Samuele Aldrighetti, il Consorzio Borgo Vivo e il presidente Alberto Bosetti.