L’opera La prima radice è strettamente legata al contesto di San Pantaleo, un piccolo insediamento fra le montagne della Gallura, a pochi chilometri dal mare. In una casa del centro, Ozzola sposta il nostro sguardo verso un ambito urbano: un muro di cemento, coperto da graffiti, contrasta con l’architettura rurale del borgo per creare, paradossalmente, una nuova “armonia”. Il centro del muro è sfondato: vi si apre un oblò, un orizzonte, forse di mare. Potrebbe aprirsi in molti luoghi del mondo, ma in realtà non importa cosa e dove sia. Quello che conta è l’invito a guardare oltre. L’opera, dialogando con la realtà della piazza (lo spazio vuoto, le case di pietra e gli elementi naturali intorno), ne fa emergere il genius loci, già votato all’incontro e alla condivisione. L’artista riconosce a questo specifico luogo una capacità attrattiva universale, in grado di trascendere le epoche e le persone che lo percorrono.
A SAN PANTALEO L’IDEA DI LUCE E DI ORIZZONTE SI SPOSTA PIÙ IN ALTO, TUTTI GUARDIAMO IN SU, LE ROCCE TENDONO AL CIELO. CI AVVICINIAMO E RIMANIAMO ATTRATTI DA QUESTO ORIZZONTE INVISIBILE. LO STAZZU, LUOGO D’INCONTRO, APRE UN NUOVO ORIZZONTE SU UN MARE CHE UNISCE, UN OGGETTO DEL DESIDERIO CHE CI ATTIRA A SÉ
Giovanni Ozzola (Firenze, 1982) è un artista multidisciplinare che lavora prevalentemente con la fotografia, ma anche con video e con installazioni. La pratica di Ozzola dimostra una profonda sensibilità nei confronti del fenomeno della luce e delle sue caratteristiche fisiche. I suoi principali interessi tematici risiedono nel concettualizzare e nel rappresentare l’infinito e l’esplorazione, sia geografica che introspettiva.
IL CENTRO DEL MURO È SFONDATO: VI SI APRE UN OBLÒ, UN ORIZZONTE, FORSE DI MARE. POTREBBE APRIRSI IN MOLTI LUOGHI DEL MONDO, MA IN REALTÀ NON IMPORTA COSA E DOVE SIA. QUELLO CHE CONTA È L’INVITO A GUARDARE OLTRE
San Pantaleo è un piccolo borgo a diciotto chilometri da Olbia, adagiato tra le spettacolari rocce granitiche che sovrastano la Costa Smeralda. Circondato da campagne ricche di boschi e sorgenti (le fonti di Beddoro), San Pantaleo è situato su un poggio rialzato e domina, su un versante, la strada per “Monti di Mola” (Porto Cervo) e dall’altro le spiagge smeraldine di Portisco, Rena Bianca, Razza di Juncu. Il villaggio nasce alla fine del XIX secolo e si raccoglie intorno alla graziosa chiesa di granito costruita nel 1903 nel tipico stile gallurese, adorna di arredi di artigianato locale in ferro battuto. A partire dagli anni Settanta un gruppo di artisti e pittori ha popolato il villaggio, attratto dalla sua atmosfera fuori dal tempo e assolutamente informale, lontana dalla mondanità della costa. Pittori, decoratori e scultori arrivati da tutta Europa hanno dato vita ad una sorta di “bohème” e ad una produzione molto ricercata di opere in legno, ferro battuto, terracotta e ceramica. I pezzi unici di questi artigiani locali, oltre ad arredare le ville dei dintorni, sono motivo di attrazione per i numerosi turisti che affollano il “Mercatino degli Artisti” che si tiene ogni giovedì mattina da maggio ad ottobre.