De Pascalis & Vogliazzo
Glaring sounds
a cura di
Threes (con il supporto di Kadmonia, SHAPE, Creative Europe)
Ferla (SR), Sicilia
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Un progetto che riflette sul rapporto tra memoria collettiva e individuale attraverso il significato e il valore monumentale delle campane. Per molto tempo il suono delle campane ha ricoperto il compito sociale di regolare le abitudini delle comunità locali, imprimendosi simbolicamente nell’immaginario collettivo. Dopo i due conflitti mondiali, in Europa sono state forgiate campane per celebrare la pace. Con non poca ironia, come risorsa per il bronzo, furono riutilizzati proprio i cannoni degli eserciti, rendendo la campana monumentale un interessante crocevia di significati. Glaring Sounds è una performance, composta da un’installazione e da una partitura musicale sviluppata da registrazioni audio di campane di guerra. Utilizzando riverberi analogici e loop di nastri, il lavoro invita il pubblico a confrontarsi con una melodia in rincorsa, che non si completa mai. La composizione attiva un meccanismo mnemonico: i suoni si diffondono nello spazio rivolgendosi agli individui e alla collettività. Dal 2019 Marta De Pascalis e Filippo Vogliazzo lavorano sui meccanismi della memoria generata dal suono, e sulla musica come chiave d’accesso ai ricordi profondi. Il suono è un ponte tra ciò che è reale e ciò che non lo è: pur essendo completamente etereo, proprio come i ricordi, influenza la percezione di noi stessi e di ciò che ci circonda.

"GLARING SOUNDS" INVOCA UN MOMENTO DI SINTONIZZAZIONE COLLETTIVA, ATTO A RIFLETTERE SU COME LA MEMORIA E IL SUONO VIBRINO ATTRAVERSO NOI, IL TEMPO E LO SPAZIO

Marta De Pascalis (Roma, 1987) è una musicista e sound designer romana. Negli anni il suo interesse si è focalizzato sulla musica elettronica, percorrendo molteplici territori sonori nella sua ricerca.
Filippo Vogliazzo (Milano, 1987) è un artista visuale. La sua ricerca si concentra sul ruolo degli oggetti come componenti essenziali del nostro ambiente, e su come possano influenzare la percezione di noi stessi. Con una pratica interdisciplinare che spazia da indagini sui materiali, sui simboli e sulle forme architettoniche fino a questioni di natura poetica, cerca di esaminare norme prestabilite, modelli comportamentali e la costituzione di spazi sociali.

IL SUONO È UN PONTE TRA CIÒ CHE È REALE E CIÒ CHE NON LO È: PUR ESSENDO COMPLETAMENTE ETEREO, PROPRIO COME I RICORDI, INFLUENZA LA PERCEZIONE DI NOI STESSI E DI CIÒ CHE CI CIRCONDA

Ferla (SR)
Sicilia

Ferla è un piccolo centro della Val di Noto ricostruito dopo il terremoto del 1693 che rase al suolo gran parte della Sicilia orientale. È così che questa parte dell’isola, ricostruita nelle esuberanti forme del barocco, è diventata un atlante di architetture di valore tale da meritare il titolo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il sottosuolo e le grotte di Ferla sono inoltre ricchi di testimonianze delle civiltà che l’hanno abitata nei secoli – Bizantini, Longobardi, Normanni e forse Arabi. Dall’intricato sistema di abitazioni-grotta, vicoli e stradine è nato il borgo normanno, poi distrutto dal sisma. L’impianto urbanistico settecentesco a croce conservatosi fino ad oggi è costellato di chiese, disposte sul percorso della “via sacra” in un ininterrotto scenario barocco, a sua volta circondato dal panorama di ulivi, carrubi, mandorli, vigne e muretti a secco della campagna iblea. Un patrimonio culturale e ambientale che ha ottenuto il dovuto riconoscimento con l’inclusione tra “I Borghi più belli d’Italia”.

Si ringraziano Michelangelo Giansiracusa, Floriana Raudino, Germano Centorbi, Angelo Morando.