Il progetto trae ispirazione da un archivio di circa tremilacinquecento tavole appartenenti alla Scuola di disegno applicato alle arti e industrie, un istituto maschile attivo nel piccolo comune di Sutrio dalla fine dell’Ottocento al 1966. I disegni realizzati, principalmente tecnici, sono degli studi per la lavorazione del legno, per la quale il paese è rinomato. Molti degli allievi hanno successivamente intrapreso il mestiere di falegname. A partire dai disegni presenti in archivio, Sabrina Melis li ha riprodotti, con le loro forme spigolose, in scala maggiore. Il lavoro è fluido e mutevole: la disposizione degli oggetti può variare, e ogni pezzo viene pensato come un performer che, di volta in volta, interpreta situazioni diverse, inventate o reali. Tra gli incastri, realizzati in legno, è posizionato un monitor che trasmette l’immagine di alcune ambientazioni, ricostruite virtualmente grazie alle descrizioni presenti nei temi, come in quelli intitolati Come arrederei la mia cameretta. L’installazione si accende automaticamente ogni sera alle 7 e si spegne alle 9, l’orario in cui si svolgevano le lezioni della scuola di disegno.
DUE ORE INCASTRATE NELLE GIORNATE PIENE CHE LASCIANO TRAME, RICORDI INTRECCIATI, STORIE DI AMORE E DI FATICA
Sabrina Melis (Milano, 1986) è un’artista e designer italiana. Il suo lavoro è incentrato sul tema dell’abitare umano ed intreccia ricerca scientifica e artistica: l’analisi degli usi, delle abitudini, del passaggio umano negli spazi – fisici o virtuali – e delle loro finalità è il punto di partenza per rintracciare i segni di un movimento universale. Nel suo lavoro la finzione è uno strumento per combinare fatti e informazioni reali con ipotesi di realtà attraverso l’uso di diversi media, con una predilezione per il video e l’installazione.
I DISEGNI REALIZZATI, PRINCIPALMENTE TECNICI, SONO DEGLI STUDI PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO, PER LA QUALE IL PAESE È RINOMATO. A PARTIRE DAI DISEGNI PRESENTI IN ARCHIVIO, SABRINA MELIS LI HA RIPRODOTTI, CON LE LORO FORME SPIGOLOSE, IN SCALA MAGGIORE
Il Comune di Sutrio, composto dal capoluogo e dalle frazioni di Priola e Nojaris, risiede a un’altitudine di circa 570 metri nella valle del Bût, storica valle della Carnia. La sua posizione l’ha reso un naturale snodo di comunicazione tra il mondo mediterraneo e quello oltralpino fin dall’epoca preistorica. La tradizione locale legata alla lavorazione del legno è ben documentata già a partire dal 1700 quando cassettoni, tavolini, sedie e cassapanche fabbricate nelle botteghe di Sutrio costituivano parte dell’arredamento delle case dei nobili veneziani e udinesi. A partire dalla metà dell’Ottocento la lavorazione del legno annoverava la produzione di mobili, infissi e rivestimenti.