Le origini di Sant’Angelo Muxaro risalgono ad epoche remote. I reperti archeologici rinvenuti attestano insediamenti umani del periodo preistorico, ellenico e arabo.
Baratto & Mouravas vi trovano un luogo fertile per le loro ricerche e durante i sopralluoghi per Una Boccata d’Arte hanno l’opportunità di esplorare il legame tra passato e presente, tema ricorrente nella loro pratica artistica che definiscono Archaeodreaming e che esplora le relazioni tra archeologia, sogno e mitologia. Dal contatto con il borgo emerge così un universo di riferimenti, forme ed archetipi che confluiscono nel progetto di una seduta a forma di spirale, adiacente alla scuola primaria.
La forma organica della spirale incoraggia una riflessione sulla tendenza ciclica del tempo e delle esperienze umane, rappresenta la crescita proliferante della natura e il suo movimento perpetuo.
Avviene un cortocircuito visivo e sensoriale nel momento in cui Baratto & Mouravas utilizzano come sostegno della seduta una libera interpretazione di un’anfora ad anse cuspidate del XI secolo a.C., osservata al Museo Archeologico di Agrigento e proveniente dalla Grotta Capreria. Anfore originariamente utilizzate per scopi rituali e funerari diventano elementi strutturali conferendo agli oggetti significati inediti e sottolineando il passaggio del tempo e la continuità delle culture.
Legame immisurabile traduce un rapporto di continuo scambio tra condizioni e forze contrastanti, azioni e reazioni che governano il cosmo. La spirale come infinita espansione e la fragilità dell’argilla come pilastro di nuovi pensieri. Se è vero che “la forma segue la funzione”, l’opera diventa non solo un luogo di riposo ma anche un’opportunità per la comunità di riunirsi e celebrare la propria storia e identità. È un invito alla partecipazione, un punto d’incontro dove le persone possono condividere sogni, idee e speranze per il futuro, creando una connessione emotiva e spirituale con i luoghi e le culture del passato.
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Opera:
01. Nicola Baratto & Yiannis Mouravas, Legame immisurabile, 2024. Argilla, ferro ionizzato, legno, 44 x 600 x 540 cm circa.
Piazza Aldo Moro (dietro la Chiesa)
Immaginando nuove funzioni che i reperti archeologici potrebbero avere nello spazio pubblico, l’opera reinterpreta i vasi rinvenuti nella necropoli locale come supporti di una panchina a spirale dove avvieneun legame immisurabile di chiacchiere e carezze estive, tra cicale e stelle cadenti.
Nicola Baratto e Yiannis Mouravas (Montebelluna, Italia, 1989 e Atene, Grecia, 1986) hanno studiato al Dirty Art Department del Sandberg Instituut di Amsterdam di cui sono anche ex borsisti di ricerca. La loro pratica si basa sull’Archaeodreaming, un metodo di ricerca sperimentale da loro sviluppato, che esplora storia, mitologia, e le sovrapposizioni tra archeologia e sogno. Creando connessioni tra cultura arcaica e contemporanea, sviluppano forme narrative poetiche e non lineari, intrecciando ricerca sul campo e d’archivio con esperienze inconsce. Le loro opere si sviluppano con installazioni multimediali, film, libri d’artista e sculture. Hanno ricevuto grant internazionali come il Mondriaan Fonds, lo Stimuleringsfonds e quello dedicato alle residenze all’estero della XII edizione del premio Italian Council. Tra le mostre recenti figurano A Rave Down Below, Elevsis European Capital of Culture, Eleusi (GR, 2023); 2012 Never Happened, In Debt, Amsterdam (NL, 2023); Prospects and Concepts, Art Rotterdam (NL, 2023).
LA NOSTRA RICERCA CONSIDERA ARTEFATTI STORICI - QUALI MAPPE, RELITTI DI NAVI, RELIQUIE E VASI - COME CAPSULE DEL TEMPO CHE POTREBBERO METTERE IN PRIMO PIANO STORIE DIMENTICATE. APPROFONDENDO QUESTI OGGETTI E CASI STUDIO, PORTIAMO AVANTI UNA RICERCA SULL’"ARCHAEODREAMING" COME POSSIBILE METODO PER LA RICONQUISTA DELL’INCANTO: UN’AZIONE PER CONTEMPLARE QUALCOSA DI INVISIBILE E SCONOSCIUTO, ATTRAVERSO IL COINVOLGIMENTO DEI PROCESSI DI MEMORIA E IMMAGINAZIONE.
Arroccato su una collina gessosa dei Monti Sicani, Sant’Angelo Muxaro fu fondato intorno al XVI secolo, in un’area talmente antica che il mito e la storia qui convergono in un unico intreccio.
I versanti del colle sono trapuntati da numerose tombe a grotticella, risalenti al IX secolo a.C.: una vasta necropoli di quello che doveva essere un fiorente insediamento Sicano dell’età del bronzo e del ferro.
Anche la più grande tomba protostorica della Sicilia si trova qui: la Tomba del Principe costituita da una doppia camera circolare, di cui la prima ha un diametro di 9 metri e oltre 3 di altezza con una cupola a tholos come le coeve tombe reali micenee in Grecia.
Il Monte Castello ospita i resti di un’antica roccaforte araba Qalàt al-Mushar’àh (da cui Muxaro), sorta probabilmente sui resti d’un altro fortilizio dell’età del bronzo: forse sorgeva qui Kamikos, città-fortezza del re sicano Kòkalos. Narra il mito che Kòkalos ospitò Dedalo, l’ingegnoso architetto fuggito da Creta, che per lui realizzò superbe fortificazioni.
Grotte d’interesse speleologico e naturalistico si trovano nella Riserva di Grotta Sant’Angelo, mentre l’affascinante sistema carsico Vallone del Ponte si snoda lungo una vallata solcata da un affluente del Platani.
Visitare Sant'Angelo Muxaro significa entrare in contatto con una Sicilia antica e autentica, fatta di mito e storia ma anche di sapori: generosi e squisiti come la gente del luogo.