L’opera realizzata da Baldassarri all’interno delle mura dell’antico borgo medievale di Castellaro Lagusello restituisce al borgo, attraverso l’eco dei suoni, il riflesso del lago. L’attenzione si focalizza sia sulla percezione del tempo sospeso del borgo medievale, sia sulle dimensioni, ravvicinate ma visivamente slegate, del paesaggio naturale e di quello urbano. L’artista ha collocato un fonometro vicino alle sponde del lago, le cui sonorità vengono registrate per 24 ore. Il percorso sonoro, però, non è udibile, ma solo visibile. I dati sono infatti trascritti nella pavimentazione della strada principale del borgo, che collega la torre d’ingresso al lago – tracce numeriche di un paesaggio sonoro di cui normalmente si godrebbe solo in prossimità del lago. Il lago tiene nascosta la sua immagine, che si fa presenza visibile attraverso la sua voce. Il fulcro dell’opera è la discordanza tra ciò che non si può vedere e ciò che si può sentire, lasciando libero spazio alla nostra immaginazione e al nostro ascolto.
ATTRAVERSARE LE INTENSITÀ DI QUESTO LUOGO MI HA FATTO ASCOLTARE LE FREQUENZE DI UN TEMPO ALTRO
La ricerca artistica di Clarissa Baldassarri (Civitanova, 1994), iniziata nel 2016, è un’indagine sui limiti percettivi. Si tratta di un’indagine aperta, poiché ambisce a instaurare un dialogo silenzioso con chi vi entra in contatto. Le opere non forniscono soluzioni assolute, ma presentano le infinite possibilità del superamento del concetto di limite. Sono degli ausili di cui ci si può servire per guardare e ascoltare oltre le barriere fisiche sensoriali.
IL LAGO TIENE NASCOSTA LA SUA IMMAGINE, CHE SI FA PRESENZA VISIBILE ATTRAVERSO LA SUA VOCE. IL FULCRO DELL’OPERA È LA DISCORDANZA TRA CIÒ CHE NON SI PUÒ VEDERE E CIÒ CHE SI PUÒ SENTIRE, LASCIANDO LIBERO SPAZIO ALLA NOSTRA IMMAGINAZIONE E AL NOSTRO ASCOLTO
Castellaro Lagusello, borgo appartenente al comune di Monzambano, è situato nell’estremità settentrionale della provincia di Mantova, al centro dell’imponente anfiteatro morenico gardesano e a circa dieci chilometri di distanza dal Lago di Garda. L’area di Castellaro è abitata fin dall’età del bronzo: sono state ritrovate tracce di insediamenti sulle sponde del piccolo lago di origine glaciale posto ai piedi della collina dove dal XIII secolo sorge il borgo fortificato. Una tra le dieci torri che presidiava l’unico accesso al borgo, recentemente restaurata, è attualmente visitabile e ospita, nella stagione turistica, mostre e installazioni d’arte contemporanea.