Simone Carraro
Sagra della Lucertola
a cura di
Andrea Croce
Pietracamela (TE), Abruzzo
Condividi

Il lavoro di Simone Carraro è fortemente condizionato dai luoghi e dai contesti con il quale entra in relazione. Le arti visive e la performance musicale sono i medium attraverso i quali trascrive simbolicamente gli elementi del paesaggio facendo rivivere mondi arcaici e interrogandosi sugli scenari futuri.
Per Pietracamela, l’artista evoca un rito immaginario: la Sagra della Lucertola, una messa in scena carnevalesca che ha come scenario il borgo semi abbandonato brulicante di muschi e piccoli rettili. Qui la presenza umana è legata al ricordo di un passato fatto di canti, costumi e rituali contadini: simboli di un tempo in cui l’uomo era strettamente legato al territorio, come ancora oggi lo sono piante e animali.
Carraro vuole creare una sorta di percorso simbolico all’interno del paese dove di tanto in tanto appaiono fugaci figure animalesche. Delle effimere apparizioni che ricordano lo scappare nevrotico dei rettili nel loro risveglio primaverile.
Nel giorno dell’inaugurazione il pubblico è accompagnato per tutto il percorso da performer e musicisti che suonano strumenti dalle sembianze di lucertole: sculture sonanti realizzate dall’artista e riallestite nel borgo per tutta la durata del progetto. Un’orchestra di percussioni ispirata agli strumenti utilizzati nelle feste popolari. L’atto del percuotere ritmicamente una superficie è una emulazione ancestrale del battito cardiaco ed è inevitabilmente parte integrante dei riti vitali.
Questo rito performativo ricorda i carnevali dove il momento della festa è un momento di esorcizzazione collettiva dell'anno trascorso. La lucertola, abitante per antonomasia dei muri delle case abbandonate, diventa quindi il simbolo di una rumorosa vitalità primaverile che sconfigge l’abbandono e mantiene in vita il borgo.
Gli animali e le piante da sempre hanno un potere simbolico per i popoli contadini e nel progetto dell’artista diventano le nuove anime del paese.


Opere esposte:

01. Simone Carraro, Cajon a bretella con coda sonagliera in pelle, 2023. Tecnica mista, legno, sonagli, pelle, vernice acrilica, 40 x 200 x 50 cm.
Belvedere Bruno Bartolomei


02. Simone Carraro, Triccheballacche, 2023. Tecnica mista, legno, sonagli, metalli, 150 x 100 x 5 cm.
Via Aquilotti

03. Simone Carraro, Sistro (coppia), 2023. Tecnica mista, legno, sonagli, metalli, 100 x 20 x 5 cm cad.
Via Sopratore

Opere permanenti:

Simone Carraro, Vibrafono, 2023. Tecnica mista, legno, metalli, campane, vernice acrilica, 110 x 190 x 40 cm.
Belvedere Bruno Bartolomei

GLI ABITANTI DELLA PIETRA, SI MUOVONO SVELTI TRA I CUNICOLI SCAVATI NELLA ROCCIA: SONO DONNE E SONO LUCERTOLE, SONO UOMINI E RAMARRI. ESCONO DALLA TANA INVERNALE PER ACCOGLIERE A GRAN VOCE LA BELLA STAGIONE. SQUAME, SONAGLI, ZAMPE BATTENTI, IN UN FRASTUONO CARNEVALESCO ED ESUBERANTE

Simone Carraro (Treviso, 1995) vive e lavora a Venezia. Consegue il diploma in pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia e viene selezionato per la residenza artistica Bevilacqua la Masa (VE, 2019). Partecipa a numerose mostre e interventi urbani, tra le partecipazioni recenti: Senti le rane che cantano, Museo della Civiltà Contadina, Bentivoglio (BO, 2022); Tales we Tell, Stellwerk Gallery, Kassel (DE); Paesaggi Forti, Le Gallerie, Piedicastello (TR); Circo Entomologico (live performance), Cinema Galleggiante (VE); Radica corta, albero brullo, Alma Zevi (VE, 2021); Whatever It Takes, A Plus A Gallery, (VE, 2020); 36 Mountains Festival, Gallery Bačva, Zagreb (HR); Supermercato, Serra dei Giardini (VE, 2019).

È UN PERCORSO SIMBOLICO, UNA MESSA IN SCENA CARNEVALESCA SULLO SFONDO DI UN BORGO BRULICANTE DI MUSCHI E PICCOLI RETTILI, DOVE LA PRESENZA UMANA È LEGATA AL RICORDO DI UN TEMPO IN CUI L’UOMO ERA STRETTAMENTE LEGATO AL TERRITORIO

Pietracamela (TE)
Abruzzo

Pietracamela è un antico borgo di 350 abitanti situato ai piedi del Gran Sasso, a mille metri di altitudine. Il paesaggio che lo avvolge è caratterizzato da pendii scoscesi ricoperti da boschi principalmente di faggio di Aschiero. Arroccato su una pendice e costruito quasi interamente in pietra, anticamente era chiamato Pietra Cameria forse per la forma a gobbe di cammello del macigno roccioso che sovrasta il paese.
La piazza del vecchio borgo è sovrastata dal roccione incombente detto “La Preta” e, tra le vie strette e tortuose e le case antiche, si scorge un panorama unico ed è ancora visibile un prezioso gafio, un caratteristico balcone in legno costruito con antiche tecniche longobarde. Sono numerose le chiese, come la Chiesa del Patrono San Leucio Vescovo di Pietracamela e la Chiesa di San Giovanni Battista del 1432 con un orologio mosso da un enorme meccanismo di contrappeso tutt’oggi visibile. Su una delle pareti rocciose, si possono visitare le pitture rupestri dell’artista novecentesco Guido Montauti, al quale Pietracamela ha dato i natali. Questo borgo di montagna e il suo territorio offrono esperienze naturalistiche uniche, tra la Riserva del Corno Grande di Pietracamela, la più alta cima degli Appennini che custodisce il Ghiacciaio del Calderone, uno dei ghiacciai più a Sud d’Europa, e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tra i più estesi d'Italia con una biodiversità tra le più ricche d'Europa.

Si ringrazia: Comune di Pietracamela, Salvatore Florimbi, Antonio Villani, Nicola Pavan, Linda Montauti, Enrico Iapadre, Paolo Trentini, Francesco Michelucci, Francesco Cutillo, Cosimo Ferrigolo, Ornella Cardillo, Matteo Primiterra.