Ispirato al parco archeologico di Saepinum, Spolia indaga il rapporto tra storia e archeologia nel tentativo di dare voce ai vinti, non solo tramite il racconto parziale dei vincitori, ma tramite l’archeologia, che ci parla della loro cultura e della loro civiltà. Una relazione, quella tra vincitori e vinti, che sfuma negli eventi storici. L’indagine di Pozzato si è servita da una parte di fonti scritte, attivate dal confronto con studiose e archeologhe, e dall’altra del territorio stesso, un paesaggio montuoso ricco di boschi e puntellato di antichi santuari e città fortificate. Quattro delle installazioni di Pozzato sono poste presso il prato antistante porta Bojano, all’interno della basilica, della casa con l’impluvium, e del mausoleo di Ennio Marso. I materiali utilizzati richiamano le tecniche dell’archeologia contemporanea; i teli di TNT, i tubi Innocenti delle impalcature e dei sostegni, materiali metallici, bronzo, manufatti stampati in 3D. Inoltre, grandi stampe fotografiche saranno appese ai balconi delle case del borgo.
LA MIA RICERCA INSEGUE IL RICORDO DELLA SCONFITTA, MI FOCALIZZO SU CIÒ CHE È SOPRAVVISSUTO, SULL’ARCHEOLOGIA DEI RESTI, INTERROMPENDO LA MARGINALIZZAZIONE DEI VINTI CHE LA STORIA DEI VITTORIOSI TENDE A NASCONDERE
Il lavoro di Francesco Pozzato (Vicenza, 1992) è incentrato sull’analisi del rapporto che intercorre tra materia e storia, tra tridimensionalità e temporalità, e più in particolare sulla relazione tra materie prime e il periodo storico definito Antichità. Secondo l’artista, infatti, il passato del genere umano ha avuto un’influenza profonda sull’uomo contemporaneo. La società, in particolare quella occidentale, ha subito nel corso della storia cambiamenti radicali, caratterizzati da un’accelerazione sempre maggiore. La ricerca artistica di Pozzato nasce dalla riflessione su questa discrepanza, nel tentativo di comprendere come l’Antico, apparentemente scomparso, possa dialogare con la contemporaneità e viceversa.
ISPIRATO AL PARCO ARCHEOLOGICO DI SAEPINUM, "SPOLIA" INDAGA IL RAPPORTO TRA STORIA E ARCHEOLOGIA NEL TENTATIVO DI DARE VOCE AI VINTI, NON SOLO TRAMITE IL RACCONTO PARZIALE DEI VINCITORI, MA TRAMITE L’ARCHEOLOGIA, CHE CI PARLA DELLA LORO CULTURA E DELLA LORO CIVILTÀ
Sepino è adagiato su di un colle all’altitudine di circa 700 metri: costituisce una delle ultime propaggini nord-orientali del massiccio del Matese, un territorio che racchiude secoli di storia della valle incontaminata del fiume Tammaro, ricca di sorgenti salutari e di boschi secolari. Nel borgo di Sepino convivono elementi di interesse storico e naturalistico: tra le sue principali attrazioni si annoverano il sito archeologico dell’antica città romana – ben conservata – di Saepinum, il borgo medioevale, i paesaggi del Pianoro di Campitello e di tutta la montagna.