Temmatemenetè è un intervento diffuso a Terravecchia, il borgo antico di Pietramontecorvino. Il titolo, una cui traduzione plausibile è «Ti ucciderei, ma non ne ho voglia», coincide con il ritornello di uno sciàmbule, forma di canto tradizionale diffuso in alcuni paesi dei Monti Dauni, praticato su un’altalena improvvisata con un ceppo da ardere, sospeso tramite una fune alla porta d’ingresso delle abitazioni. Tramandati in forma esclusivamente orale, gli sciàmbule si cantavano unicamente nella settimana del Carnevale e consentivano di rovesciare temporaneamente le gerarchie, i costumi e la morale vigente, veicolando di volta in volta messaggi e sentimenti proibiti d’amore, di sdegno o di dolore. L’idea di soglia fisica e simbolica è al centro dell’intervento di Gaia Di Lorenzo, che ha come fulcro principale il portone d’ingresso alla corte del Palazzo Ducale. Qui l’artista installa una grande tenda in alluminio che richiama le tradizionali moschiere diffuse nei borghi del Meridione (scendelille nel dialetto locale), sormontata da una traversa in legno intarsiato su cui è incisa la frase Temmatemenetè. La decontestualizzazione di un elemento tipicamente popolare ha l’effetto di proiettare l’intera corte in una dimensione insolita da interno domestico. A fare da eco all’installazione principale, nei vicoli e nelle piazze di Terravecchia, altre moschiere riattivano passaggi e porte di case abbandonate. A loro e al vento – presenza costante nel borgo – sono affidate parole e messaggi che riaffiorano da un tempo lontano e danno nuova vita agli sciàmbule.
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Opere permanenti:
01. Gaia Di Lorenzo, Temmatemenetè, 2021, installazione, moschiera in alluminio, legno di noce intarsiato, approx 230 x 300 cm.
Pietramontecorvino (FG), Puglia
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02. Gaia Di Lorenzo, Scendelìlle, 2021, 13 opere diffuse nel borgo
installazione diffusa, 13 elementi, moschiere in alluminio, legno di noce intarsiato, dimensioni variabili.
Pietramontecorvino (FG), Puglia
È RASSICURANTE COME OGNI POSTO, PERSONA O CULTURA ABBIA UN RITUALE DEDICATO ALLA SOSPENSIONE DEGLI OBBLIGHI E ALLA SOVVERSIONE DEGLI ORDINI. VOGLIO SEMPLICEMENTE RIPORTARLI ALLA LUCE, RICORDARLI. MI SONO SOFFERMATA SU DUE ELEMENTI FONDANTI DI QUESTE OCCASIONI A PIETRAMONTECORVINO: QUELLO DELLA SOGLIA E QUELLO DEI CANTI A-MORALI, GLI SCIÀMBULE
Gaia Di Lorenzo (Roma, 1991) costruisce i suoi lavori sovrapponendo livelli di significato apparentemente distanti passando dalla pittura alla scultura, e incorporando testo, schizzi e stampe digitali. I suoi soggetti provengono in egual misura dalle immagini dei social network, da oggetti d’antiquariato e da opere d’arte dei suoi colleghi. Tra le mostre più recenti: We contain each other (Breve storia di una spugna), ADA, Roma nel 2019 e Sitting Amongst, Jupiter Woods art organisation, Londra, nel 2018.
TRAMANDATI IN FORMA ESCLUSIVAMENTE ORALE, GLI SCIÀMBULE SI CANTAVANO UNICAMENTE NELLA SETTIMANA DEL CARNEVALE E CONSENTIVANO DI ROVESCIARE TEMPORANEAMENTE LE GERARCHIE, I COSTUMI E LA MORALE VIGENTE, VEICOLANDO DI VOLTA IN VOLTA MESSAGGI E SENTIMENTI PROIBITI D’AMORE, DI SDEGNO O DI DOLORE
Pietramontecorvino è un borgo di 2.700 abitanti nella provincia di Foggia, da cui dista 40km, in Puglia.
Bandiera Arancione del Touring Club, sorge nel Subappennino Dauno, il centro storico detto «Terravecchia» mantiene in buona parte le caratteristiche architettoniche medievali, con le abitazioni in tufo. La Torre Normanna, la chiesa Matric e il Palazzo Ducale formano un complesso monumentale al culmine dello sperone.