Il progetto nasce dalla volontà di Agostino Quaranta di dare voce alle memorie sommerse sotto le acque del lago. Il Lago Fucino è stato il terzo bacino idrico più ampio d’Italia, prosciugato a scopo agricolo attraverso un complesso sistema idraulico. Successivamente il letto del lago è diventato teatro di alcune delle più importanti lotte contadine del secondo dopoguerra e ancora oggi è un luogo ricco di immaginari, la cui storia viene indagata da secoli, rendendolo un tema presente nel dibattito quotidiano.
Il lavoro di Quaranta consiste in tre interventi site specific che si diramano in tutto il paese.
Opifex è un’opera video collocata in un ex locale commerciale, che comprende filmati, immagini d’archivio, tracce audio e registrazioni. L’artista manipola questi elementi come un flusso di materiale archivistico per indagare l’impatto che ha avuto il prosciugamento del lago sul paese, senza una reale pretesa storica ma solo immaginifica.
In esterno, otto banner sono installati nell’area ricostruita subito dopo il terremoto del 1915. Questi rappresentano vedute della piana del Fucino create artificialmente, attraverso la modellazione 3D, e una serie di render come se ci fosse ancora il lago.
Infine, sul pelo dell’acqua della Fonte Vecchia emerge una scritta in alluminio da cui il progetto prende il titolo e tratta da una citazione dello scrittore abruzzese Emidio Agostinoni: “Quanto potrebbe costare il ritorno del lago?”. La Fonte, che un tempo si approvvigionava dalle stesse acque che alimentavano il bacino del Fucino, simboleggia oggi un luogo importante, rimasto a testimonianza della distruzione di vite e ricordi.
Il lavoro dell’artista ambisce a sollevare domande sul fragile rapporto tra l’uomo, la natura, i mezzi di produzione e l’importanza della memoria storica, riletta in chiave poetica e immaginifica.
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Opere:
01. Agostino Quaranta, Quanto potrebbe costare il ritorno del lago?, 2024. Alluminio, 35 x 300 x 0,3 cm.
Fonte Vecchia di Via Marso Sarentina, 5
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02. Agostino Quaranta, Opifex, 2024. Installazione ambientale, video, 7 min, dimensioni variabili.
Piazza Savoia, 8
Orari: sab - dom. 6 - 8 pm, tutti gli altri giorni su appuntamento, telefonare +39 327 2385846 (Alessandra Roselli)
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03. Agostino Quaranta, Vedute, 2024. 8 stendardi, stampa su banner in PVC, 100 x 200 cm.ㅤ
Indirizzi stendardi:
3a. SS83 Marsicana 6
3b. SS83 Marsicana 7
3c. Largo Gabriele Pepe
3d. Largo Raffelele Paolucci
3e. Via Campomizzo 10
3f. Largo Giuseppe Garibaldi
3g. Largo Filippo Masci
3h. Via Elchiorpe Delfico 3
Ispirandomi alle parole di Evidio Agostinoni “Quanto potrebbe costare il ritorno del lago?… Sogno Sentimentale!”, il progetto è un viaggio sentimentale e riflessivo, un invito a considerare il valore della nostra eredità naturale e a ponderare le implicazioni degli interventi dell’uomo sul mondo che ci circonda.
Agostino Quaranta (Bari, 1994) è un artista interdisciplinare, DJ e music producer. Vive e lavora a Londra dove, nel 2019, ha conseguito un Master in Scultura presso il Royal College of Art e vinto un premio di residenza allo Yorkshire Sculpture Park. Il suo lavoro è fortemente influenzato dal concetto di microstoria ed esplora nozioni come la memoria collettiva e il ruolo del suono nel contesto urbano. Approfondendo la complessità di piccole unità di indagine, Quaranta sviluppa opere che vanno da installazioni site specific a progetti mixed-media, come video, album musicali, fanzine, trasmissioni radiofoniche, collage, stampe e disegni. Dal 2018 porta avanti Turbo Sud, un progetto nato con l’obiettivo di documentare le scene musicali contemporanee e tradizionali del Sud Italia, tra attività di archivio fattuali e interventi di fantasia. Nel 2023, ha pubblicato due EP con il moniker AGOSTINO per le etichette Le Chatroom (UK) e Hundebiss (IT). Nel 2022, ha presentato Turbo Sud Lab, una mostra personale allo Yorkshire Sculpture Park, accompagnata da una performance nel Deer Shelter Skyspace di James Turrell. Nel 2021 ha pubblicato per Norient.com un saggio sui ritmi tradizionali dell’Italia meridionale e i loro incontri con la musica elettronica. Quaranta si esibisce regolarmente come DJ in vari festival e club di musica elettronica. Inoltre, è residente mensile su Radio Alhara e ha trasmesso su stazioni radio internazionali come NTS, Rinse France, Foundation FM e Radio Raheem.
La mia ricerca è influenzata dal concetto di microstoria ed esplora nozioni come la memoria collettiva e il ruolo del suono nel contesto urbano. I lavori prendono forme diverse, da installazioni site specific a progetti mixed-media, come video, album musicali, fanzine, trasmissioni radiofoniche, collage, stampe e disegni.
Gioia dei Marsi è un paese della Marsica dalle origini antiche, risalenti all’epoca preromana e romana.
Vera e propria Porta del Parco Nazionale d’Abruzzo – il cui territorio è raggiungibile attraversando il centro abitato - il borgo nacque nel X secolo, in seguito all’invasione dei Saraceni, quando i villaggi in piano furono abbandonati per raggiungere zone più elevate. I superstiti provenienti dai tre villaggi di Campomizzo, Templo e Montagnano costruirono così Gioia Vecchio e successivamente si insediarono più a valle, dando vita al villaggio di Manaforno, che fu distrutto nel terremoto del 1915, portando alla nascita dell’attuale paese.
Gioia dei Marsi è oggi un centro agricolo e agroindustriale di prim’ordine, le cui aziende esportano i prodotti della terra del Fucino in ogni parte d’Italia e non solo. Proiettata nel futuro, Gioia dei Marsi conserva gelosamente la cultura degli avi e le tradizioni che si sono consolidate nel tempo, legate ad un passato di lavoro e di operosità e alla devozione religiosa. L’aria salubre, la cucina genuina ricca di sapori, le numerose manifestazioni culturali, la fitta attività sportiva e l’unità del tessuto sociale sono le risorse che rendono oggi il paese una delle perle del Fucino.