Berceto è un borgo nel Nord d’Italia, in provincia di Parma, ha tredici frazioni ed è attualmente abitato da 1967 persone (ISTAT, 2022) per 131 km2 di espansione. La posizione geografica del “paese di montagna più vicino al mare” lo rendono un importante centro di snodi spirituali e commerciali e, ancora oggi, è invariato il rapporto simbiotico che il borgo ha sviluppato nei confronti dei due antichi attraversamenti: la Via Francigena, il cammino dei pellegrinaggi che dal VI secolo collega Canterbury a Roma, e la Cisa, strategico valico che fin dall’età bizantina congiunge l’Appennino parmense al litorale tosco-ligure.
In occasione di Una Boccata d’Arte, l’artista indaga il potenziale simbolico della strada in un piccolo paese di confine. Durante i transiti — di pellegrini, commercianti e oggi di velocissime automobili — è fondamentale orientarsi. La segnaletica stradale rappresenta un codice iconografico universale per informare sulle direzioni, gli obblighi e i pericoli imminenti durante gli spostamenti.
Con l’opera Sign of Care (Segno di cura) Ragnarsdóttir decostruisce l’immaginario antropocentrico della segnaletica classica e attraverso un mutamento di piani sposta l’attenzione sulle altre specie che, insieme all’essere umano, vivono e transitano in questi antichi camminamenti.
Grazie a un approccio interdisciplinare, tra arte contemporanea e scienza, l’artista si concentra sulla segnaletica di orchidee selvatiche di rara bellezza, tracce di fossili elmintoidi tra i più antichi della zona (periodo Cretaceo medio-superiore) e rondini che dal Nord Europa migrano fino al parmense. L’opera agisce su un piano collettivo che abbraccia il paesaggio e le comunità non-umane che abitano la zona. Quattordici sono i cartelli della segnaletica d’artista, tanti quanti Berceto e le sue tredici frazioni dove ognuno è collocato. Sign of Care disegna un percorso alternativo, una mappatura fisica ed emotiva che ricollega questi piccoli centri e sovverte la solitudine locale con un’opera d’arte espansa nei 131 km2 di territorio.
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Opera:
01. Sóley Ragnarsdóttir, Sign of Care, 2024. Stampa su Dibond, misure variabili.
All’interno del borgo e delle sue frazioni è collocata un’opera, invitiamo il pubblico a trovarla: Berceto, Bergotto, Casaselvatica, Castellonchio, La Cisa, Corchia, Fugazzolo, Ghiare, Lozzola, Pagazzano, Pietramogolana, Roccaprebalza, Il Tugo, Valbona.
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Conoscere i nomi dei tuoi vicini e delle rocce che definiscono il paesaggio ha un grande valore, così come conoscere i nomi degli uccelli, dei fiori e dei funghi può renderci più attenti a loro. Questa familiarità può indurci a camminare più lentamente, con più delicatezza e fermarci per incontrare persone, animali e specie.
Sóley Ragnarsdóttir è un’artista danese-islandese nata nel 1991 che vive e lavora a Stenbjerg, Thy in Danimarca. Nel 2019 si è diplomata ottenendo il titolo di Meisterschülerin alla Städelshule di Francoforte, Germania, e nel 2023 ha ricevuto una borsa di lavoro dalla Danish Arts Foundation. Recentemente ha inaugurato la sua mostra personale al Gerðarsafn Kópavogur Art Museum, a Reykjavík (IS, 2023), che successivamente si sposterà al Kunstpark di Augustiana, Danimarca; ha presentato l’opera More Love Hours al festival internazionale di musica Roskilde (DK, 2023). Nel 2022 è stata in residenza presso Art Hub Copenhagen e ha presentato il suo lavoro al Sorø Art Museum, in Danimarca. Nel 2021, presso O-Overgaden di Copenaghen, ha partecipato alla residenza post-laurea di un anno e realizzato la sua prima mostra personale Organizing Principle. Ha partecipato a diverse mostre collettive come Nightmare Fuel, Y Gallery, Kópavogur (IS, 2023); Therapy Room, The Moment, Berlino (DE, 2023); Reasons To Be Cheerful, Gallery Martin Kudlek, Colonia (DE, 2023); Seed Bank, Baader Meinhof, Nebraska (USA, 2022). Le sue opere sono presenti in collezioni private e nella collezione della Danish Arts Foundation.
La mia pratica, attraverso a un approccio femminista, ruota attorno alla raccolta ed esplorazione del patrimonio, dei ricordi e delle questioni contemporanee come l'inquinamento materiale.
In particolare le enormi quantità di plastica oceanica che si depositano lungo le coste del Nord della Danimarca ogni anno.
Porta del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, Berceto è un borgo in provincia di Parma e riserva MAB Unesco. A soli 9 km si trova uno dei Passi Appenninici più importanti d’Europa, il passo della Cisa, che si apre alla Padania, alla Toscana, al mar Tirreno e alle Cinque Terre.
Storico incrocio di civiltà grazie alla Via Francigena che lo attraversa, Berceto rappresenta un crocevia europeo fondato dal re longobardo Liutprando e dal vescovo francese Moderanno, Santo Patrono del paese, i quali vollero costruire un’abbazia, oggi divenuta il maestoso Duomo dalle forme romaniche. Caratteri del piccolo borgo medievale sono i resti del Castello situati sulle pendici settentrionali dell'abitato, oggi trasformati in un parco archeologico.
A meno di un’ora di cammino si trova l’incrocio più importante della sentieristica europea: la Via Francigena, l’Alta Via dei Parchi e il Sentiero Italia, nei pressi delle sorgenti del Torrente Baganza, che costituivano un luogo sacro per i viaggiatori di un tempo.
Berceto è l’unico paese al mondo ad essere gemellato con una riserva indiana del Sud Dakota, la Pine Ridge Indian Reservation, legata ai Lakota di Tatanka Iyotaka (Toro Seduto).
Immancabile la cucina locale con piatti a base di fungo Porcino IGP e di Parmigiano Reggiano, come la spongata, la mostarda, gli anolini in brodo e i tortelli di erbetta.