Là dove la valle del Biferno diventa lago si scorge Guardialfiera, un borgo millenario che si sviluppa intorno alla chiesa di Santa Maria Assunta con la sua Porta Santa. Centro di attrazione magnetica per abitanti e forestieri per centinaia di anni, questo luogo ha inevitabilmente ispirato Beatriz de Rijke. L’esterno della chiesa è un collage di pietre di periodi diversi, riarrangiate nei secoli, dopo terremoti, battaglie e ricostruzioni. I decori, sparsi in maniera armoniosa e casuale, rappresentano la relazione della comunità con la sua storia profonda. Il progetto prende le mosse da questo, simboli e oggetti che fondono insieme il sacro con il quotidiano, tra simbologia pagana e iconografia cristiana. The Sacred Ordinary (Il sacro ordinario) è un lavoro in tre atti, che si concentra sulla trasformazione semantica di oggetti quotidiani in testimoni di storia, legami umani con l’eterno. De Rijke ha raccolto oggetti provenienti dallo spazio pubblico nei dintorni della chiesa e li ha ricreati in ceramica per potervi interagire in maniera fisica e tangibile. Li ha poi consegnati agli abitanti, che li hanno fatti propri accogliendoli nei loro spazi, aggiungendo così un’interpretazione ulteriore e autonoma. Questo passaggio ha permesso all’artista di instaurare un dialogo autentico con i residenti: entrando nelle loro case guidata da questi oggetti, ha documentato con degli scatti fotografici la loro nuova dimensione.
Una selezione delle conversazioni nate durante questi incontri è stata rielaborata e tradotta in un brano musicale, dando vita a una voce collettiva. Questa accompagna a sua volta una scultura in resina trasparente che incorpora le repliche degli oggetti in ceramica di loro proprietà. L’opera, che si ricollega alla Porta Santa e alla chiesa, è incastonata in un vicolo e offre due prospettive: una verso il borgo e la sua storia, l’altra verso la rigogliosa valle, invitando gli spettatori a scoprire la sacralità negli oggetti quotidiani, testimoni del tempo.
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Opere:
01. Beatriz de Rijke, The Sacred Ordinary - Part 1, 2024. Pubblicazione, 21 x 30 cm, 20 pp.
Via Romeo Carlo 10
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02. Beatriz de Rijke, The Sacred Ordinary - Part 2 , 2024. Metallo, resina, ceramica, polveri coloranti, smaltatura, 84 x 119 x 6 cm.
Via Romeo Carlo 10
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03. Beatriz de Rijke, The Sacred Ordinary - Part 3, 2024. Installazione sonora, 60 secondi.
Via Romeo Carlo 10
Esplorare tutti gli aspetti di una corrispondenza intricata; dove la profonda spiritualità storica, la quotidianità ignorata e le voci presenti di Guardialfiera si incontrano giocando, è stato il mio personale entusiasmo e piacere. Spero che il mio lavoro coinvolga, connetta e renda felici.
Beatriz de Rijke, conosciuta nell’ambito musicale come BEA1991, è un’artista audiovisiva olandese-inglese che unisce il suo background nell’acrobatica aerea con una pratica artistica fluida e diversificata. Si identifica come un’artista panteista, proprio a partire dalla sua fluidità personale e varietà di interessi, tra cui l’esplorazione di elementi spirituali nel quotidiano. I suoi processi autodidatti e introspettivi, infusi di satira comica e di animismo contemplativo, plasmano le sue creazioni visive e musicali. La sua pratica spazia dalla fotografia di nature morte, alle manipolazioni di materiali organici, ai Visual Effects e design di moda.
Dal 2014, pubblica in modo indipendente i suoi lavori musicali sulla sua etichetta BE.AWORLD; ha scritto per conto di artisti come Dev Hynes & Blood Orange, Sega Bodega e Porches; ha preso parte ai tour di Caroline Polacheck, Robyn, Yves Tumor, Blood Orange e Kirin J Callinan, esibendosi negli Stati Uniti, in Europa, in America Latina e in Asia. Dal 2020 pratica consulenza psico-spirituale guidando gli artisti a connettersi con il loro nucleo creativo attraverso workshop promossi da centri di formazione come la Gerrit Rietveld Academy e il Sandberg Institute di Amsterdam, o studi di design progressivi come ECCO Leather nei Paesi Bassi.
Per via della mia fluidità personale e della mia pratica, mi descrivo come un’artista panteista. Sia dal punto di vista musicale che da quello visivo, mi muovo in un paesaggio tortuoso tra l'accessibile e l'oscuro.
Esploro gli elementi spirituali che si trovano nella quotidianità e utilizzo diversi media per indagare questa tensione. I miei lavori sono fortemente guidati da processi autodidattici e dall'Animismo contemplativo.
Il Comune di Guardialfiera conta 950 abitanti e si erge nel cuore della campagna, incorniciato dalle acque placide del suo lago cristallino.
Al centro della città sorge il capolavoro architettonico gotico della Cattedrale di Santa Maria Assunta di origine pagana, rimaneggiata attorno all’anno Mille e adattata al culto cristiano. All'interno, opere d'arte e affreschi secolari raccontano la storia millenaria della comunità. Un altro punto di interesse è la Porta Santa che viene aperta con una solenne cerimonia religiosa officiata dal Vescovo, alla presenza delle più importanti cariche religiose e istituzionali, la mattina del 1° giugno di ogni anno, in occasione della festività patronale di San Gaudenzio, e chiusa il pomeriggio del 2 giugno.
Guardialfiera è conosciuta per essere la terra natale di Francesco Jovine (1902-1950), noto scrittore, giornalista e saggista italiano, che con il suo realismo e verismo ha saputo descrivere la vita contadina e celebrare la sua terra.