Caterina Morigi
Sibillina
a cura di
Matilde Galletti
San Ginesio (MC), Marche
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San Ginesio vanta un grande patrimonio storico artistico, le cui testimonianze spaziano dal IX secolo all’inizio del Novecento. Oggi, tuttavia, la maggior parte di queste non sono visibili al pubblico a causa dell’inagibilità di quasi tutti i luoghi della cultura del borgo, a seguito del terremoto del 2016.
Le poche opere pittoriche e rilievi scultorei che restano fruibili — sulle facciate degli edifici ridisegnate dalle crepe e dagli enormi puntelli di legno che le tengono insieme — sono state il punto di partenza di Caterina Morigi. Sibillina è una sorta di pala d’altare che deve la forma alla facciata, gotico fiorito-fiammeggiante della chiesa principale di San Ginesio, la Collegiata di Santa Maria Assunta, unico esempio di questo stile nelle Marche.
Rispetto alla sua pratica abituale, l’artista mantiene fermo il suo interesse per le possibilità di manipolazione dei materiali — che trova espressione nella scelta di collaborare con un’azienda storica locale per realizzare una superficie a intaglio utilizzando la graniglia di marmo — ma lascia emergere degli elementi figurativi, declinati in un senso quasi pop.
Simboli estrapolati da tele e rilievi scultorei scoperti durante la fase di ricerca nel borgo, sono inseriti liberamente nei diversi pannelli che compongono l’opera, come pattern decorativo-evocativi. La struttura di supporto in legno richiama allo stesso tempo gli elementi di puntellamento che ricoprono la maggior parte degli edifici nel borgo.
Così l’artista mette al centro della narrazione il dettaglio, per mezzo del quale ci parla del marginale e del nascosto, di quello che non è più visibile ma rimane presente, cercando allo stesso tempo di evocare tutto ciò che, in questo momento, giace al chiuso, ma resta comunque patrimonio collettivo.ㅤ

Opera:
01.
Caterina Morigi, Sibillina, 2024. Graniglia intagliata e incisa, legno, 220 x 220 x 40 cm.
Chiostro di Sant'Agostino, Via Giacomo Matteotti 18, San Ginesio


Quattro piccoli interventi, costituiti da simboli simili a quelli dell’opera principale, sono sparsi per il borgo: ti invitiamo a cercarli negli angoli più nascosti di San Ginesio.

A volte serve rimpastare i dettagli per ottenere una nuova narrazione. Questo ci fa accorgere di quali parti del passato comunicano ancora con noi, con i nostri occhi del presente. Ho raccolto suggestioni visive da San Ginesio, formulando un racconto imprevisto, per mettere alla prova gli elementi in una caccia al tesoro di segni.

Caterina Morigi (Ravenna, 1991) ha studiato Arti visive all’Università IUAV di Venezia e Arti plastiche a Paris 8 – Saint Denis. La sua pratica si concentra sui mutamenti vitali della materia; attraverso installazioni, sculture e immagini, individua e indaga le connessioni tra le sfere dell’umano e del naturale, innescando flussi carsici tra storia dell’arte, architettura e tecnologia. La sua ricerca la porta spesso a collaborare con l’ambito scientifico e a intrecciare altre discipline, come per Sea Bones, progetto vincitore della XII edizione di Italian Council, in cui collabora con le docenti di Matematica e Chimica dei Materiali dell’Università Cooper Union di New York, in partnership con la Quadriennale di Roma e la Fondazione Fotodok di Utrecht. Insegna all'Accademia di Belle Arti di Firenze e partecipa a residenze artistiche, tra cui quelle di Fondazione Bilbao Arte, Confindustria Veneto e Alchimie Culturali della Fondazione Bevilacqua La Masa. Il suo lavoro è stato esposto in istituzioni italiane e internazionali tra cui Palazzo Reale, Milano (IT, 2023); Art Rotterdam (NL, 2023); Video Sound Art Festival, Milano (IT, 2022); Fotografia Europea, Reggio Emilia (IT, 2022); Museo Nazionale della Montagna, Torino (IT, 2021); Villa Della Regina, Torino (IT, 2019); Fondazione Archivio Casa Morra, Napoli (IT, 2019); MAMbo, Bologna (IT, 2018); MAR, Ravenna (IT, 2015).

Nella mia ricerca porto l’attenzione alla materia, brulicante di vita, ponendola come territorio di unione e scambio. Per affrontare la sostanza delle cose mi servo di uno sguardo ravvicinato, senza tempo.
L’opera diventa un dispositivo mutevole e cangiante che serve per attuare ribaltamenti tra soggetto e cornice, e dare avvio a una moltitudine di immagini fluide differenti e soggettive.

San Ginesio (MC)
Marche

San Ginesio è un borgo medioevale noto come il “Balcone dei Sibillini” per lo splendido panorama di cui gode, che spazia dal Monte Conero al Gran Sasso.
L’antico castello castrum esculanum prese il nome di San Ginesio, mimo e musico romano del III secolo d.C., che subì il martirio sotto l’imperatore Diocleziano, oggi patrono degli attori e della gente di teatro, da qui il paese deriva la sua nomea di Borgo degli Attori.
Dal 2020, grazie al Ginesio Fest – Festival delle arti teatrali e al Premio San Ginesio all’Arte dell’Attore, il borgo è diventato punto di riferimento nella geografia dei festival italiani.
Numerosi sono i luoghi di rilevanza storico-artistica, nonostante i danni provocati dal sisma del 2016: dalle Mura castellane del XIV secolo che cingono il borgo per oltre 4 km, alla Piazza principale, dove affaccia la chiesa Collegiata, unico capolavoro marchigiano in stile romanico e gotico, all’Ospedale di S. Paolo, detto anche “dei pellegrini”.
Oltre ad essere tra “I Borghi più Belli d’Italia”, San Ginesio vanta prestigiosi marchi di qualità turistica e ambientale come la “Bandiera Arancione del Touring Club Italiano” e ospita numerosi eventi durante l’anno, tra cui rievocazioni storiche come la “Battaglia della Fornarina” e il “Palio di San Ginesio”, il drappo che ogni anno si aggiudica il Rione vincitore del torneo cavalleresco.gni anno si aggiudica il Rione vincitore del torneo cavalleresco.

Si ringrazia: Sindaco Giuliano Ciabocco, Isabella Parrucci, Portavoce e Ufficio stampa del Comune di San Ginesio, Elisa Straffi, Presidente della Pro Loco di San Ginesio e Teresa Lambertucci, b&b Bella Vista.