Vica Pacheco
Concierto de ranas - Preludio para seres del umbral
a cura di
Sofia Baldi Pighi per Threes
Bagnara di Romagna (RA), Emilia-Romagna
Condividi

Scopri la mappa del progetto qui

Per la sesta edizione di Una Boccata d’Arte, Vica Pacheco trasforma il Prato di Sant’Andrea alle porte di Bagnara di Romagna in un dispositivo di ascolto collettivo.
Questa zona, protetta dallo sviluppo urbano e dalle pratiche agricole invasive, accoglie un’orchestra diffusa, composta da strumenti musicali in ceramica – campane e grammofoni ispirati ai fiori “occhi della Madonna” e una famiglia di rane in sintonia con la biodiversità che popola il prato.
L’artista messicana innesca una relazione poetica tra suono, ecologia e gesto collettivo, dando forma a un’installazione che invita a rallentare, a prestare attenzione, a sintonizzarsi con ciò che normalmente resta ai margini della percezione. Il progetto si ispira alla pratica del deep listening teorizzata da Pauline Oliveros: un ascolto profondo e radicale, che non si limita all’udito ma coinvolge l’intero corpo e apre nuove possibilità di relazione con il mondo.
L’orchestra si attiva attraverso l’interazione del pubblico, il ticchettio della pioggia e la presenza degli altri abitanti non-umani del prato, generando così un paesaggio sonoro in continuo movimento. In occasione dell’inaugurazione, una processione laica dal centro abitato al prato trasforma il pubblico in un corpo sonoro in movimento. Il gesto si ispira alle calendas di Oaxaca, terra natale dell’artista, e si propone come rito di cura per ricucire il legame tra la comunità e l’acqua — elemento che abita le paure degli abitanti dopo le recenti alluvioni.
Le sculture, realizzate con il laboratorio artigianale Sottosasso, sono frutto di una ricerca sulle tradizioni ceramiche faentine. Con Concierto de ranas – Preludio para seres del umbral, Vica Pacheco ci invita a entrare in risonanza con le voci sommerse del paesaggio, restituendo al suono una funzione di cura e presenza condivisa.


Opere:
01.
Vica Pacheco, Trompa de Flor, 2025, ceramica, 33 x 23 x 23 cm.
Prati di Sant'Andrea, Via Lunga 2, Bagnara di Romagna (RA)

02. Vica Pacheco, Rana Güiro, 2025, ceramica, 30x20x15 cm.
Prati di Sant'Andrea, Via Lunga 2, Bagnara di Romagna (RA)

03. Vica Pacheco, Rana Güiro, 2025, ceramica, 25 elementi, 8,7 x 6,1 x 5,8 cm cad.
I 25 esemplari della Rana Güiro sono dislocati in 25 luoghi simbolici del borgo, vi invitiamo a scoprirli.

04. Vica Pacheco, Campanas Occhi della Madonna, 2025, porcelain, variable dimensions.
Prati di Sant'Andrea, Via Lunga 2, Bagnara di Romagna (RA)

UN’INSTALLAZIONE SONORA E PERFORMANCE A CIELO APERTO, IN CUI RANE, VOCI E CERAMICHE RIECHEGGIANO TRA ANTICHE ROVINE, INVITANDO A UNA RICONNESSIONE COLLETTIVA CON L’ACQUA, LA MEMORIA E I RITMI CICLICI DELLA TERRA.

Vica Pacheco (Oaxaca, Messico,1993) è un'artista multidisciplinare che vive e lavora a Bruxelles. La sua pratica si muove tra musica sperimentale, composizione sonora, ceramica e animazione 3D, con un approccio eclettico ed energico. Il suo lavoro esplora ibridazioni mitologiche e interazioni tra umano e non-umano, combinando in chiave sincretica tradizioni preispaniche, forme arcaiche e tecnologie contemporanee con elementi eterogenei, dando vita a installazioni e performance sonore immersive. Ha studiato presso La Esmeralda a Città del Messico e ha conseguito il Bachelor in Belle Arti presso Villa Arson, in Francia, nel 2017. I suoi lavori sono stati presentati ed esposti a livello internazionale in numerosi festival, gallerie e istituzioni.


Bagnara di Romagna (RA)
Emilia-Romagna

Bell’esempio di castrum medievale, Bagnara di Romagna conserva un centro storico di grande fascino, completamente circondato dalle mura quattrocentesche, con torre d’ingresso e cinque piccoli bastioni.
Emblema della piccola cittadina è, senza dubbio, la Rocca sforzesca e l’atmosfera di epoche lontane che ancora vi si respira. Oggi la Rocca ospita il Museo del Castello la cui sezione archeologica racconta la storia del territorio dall’Età del Bronzo all’epoca romana fino al Medioevo, di cui rimane l’importante sito archeologico dei Prati di S. Andrea, parte fondamentale dell’abitato originario di Bagnara.
Di fronte alla Rocca sorge la Chiesa Arcipretale dei Santi Giovanni e Andrea, del XV secolo, che conserva opere di pregio tra cui la Madonna del Pubblico Voto in terracotta, il fonte battesimale, un tabernacolo quattrocentesco e un organo settecentesco. La canonica ospita due raccolte museali: il Museo parrocchiale di arte sacra, che conserva una preziosa pala cinquecentesca di Innocenzo da Imola, un crocefisso in legno della scuola di Donatello e una notevole raccolta di ceramiche devozionali, e il Museo Pietro Mascagni, che custodisce ricordi e cimeli del celebre compositore, donati dalla corista Anna Lolli, nativa di Bagnara. A pochi chilometri dal centro storico, si trova il Santuario della Madonna del Soccorso, progettato da Cosimo Morelli e risalente al 1770. Ogni anno, a fine giugno, il Popoli Pop Cult Festival anima l’antico borgo, trasformandolo in un crocevia di culture, con danze, sapori e mostre provenienti da tutto il mondo.

Si ringrazia: l’Amministrazione Comunale di Bagnara di Romagna, il Sindaco Mattia Galli, l’Associazione Dai Donca, il Dipartimento Geologia, Suoli e Sismica della Regione Emilia-Romagna, e l’Assessora alla cultura Daniela Pini per il prezioso sostegno, insieme a tutta la comunità.
Sofia Baldi Pighi

Sofia Baldi Pighi (1995) è una curatrice italiana con base a Milano e Malta. Dal 2017 organizza mostre d’arte contemporanea, public program e laboratori di arte terapia per diverse istituzioni pubbliche e private. È stata la Direttrice Artistica della Malta Biennale 2024, Insulaphilia. Ha lavorato nel Team curatoriale del Padiglione Italia in occasione della 14esima Biennale di Gwangju, Repubblica di Corea. È la Co-Direttrice Artistica del progetto Prospettive 2025.
È parte di IKT International Association of Curators of Contemporary Art e di Art Workers Italia.
Per una Boccata d’Arte in Emilia-Romagna, ha curato i progetti di Raghad Saqfalhait a Travo (2023) e di Sóley Ragnarsdóttir a Berceto (2024).