Alcune voci di paese raccontano che Sasso di Castalda fu costruito da donne, uomini e bambini trasportando sulle teste le pietre recuperate in valle, come testimoniano le murature delle abitazioni della parte più antica del borgo intorno a via della Manca, a volte ricavate nella roccia viva, a volte costruite a secco con i sassi.
La storia ha le sue radici in una natura di antichissima origine, lampante nella geo-diversità del fosso dell’Arenazzo, sito di importanza nazionale che documenta lo scontro tra la zolla euroasiatica e quella africana, oggi percepito dall’occhio umano come il prolungamento naturale del paese.
Ma oltre le sue antiche storie, Sasso di Castalda si apre contemporanea al turismo lento dei cammini che godono di un paesaggio “attraversabile” e all’esperienza dei ponti tibetani, esaudendo il sogno di raggiungere “in volo” le montagne, in una sospensione temporale e di pellegrinaggio che avvolge il paese.
Qual è la dimensione quotidiana degli abitanti? Quali sono i desideri delle diverse generazioni che lo abitano oggi? Qual è la percezione del borgo per una comunità di sognatori? Come il paese stesso vuole raccontarsi e accogliere lo sguardo altrui?
Nel porre queste domande, l’artista Giulio Locatelli invita gli abitanti a partecipare al Circo tessile, un laboratorio di tessitura per la comunità che si sviluppa in un ciclo d’incontri.
È proprio il tuft, tecnica utilizzata dall’artista nella sua pratica, che diventa protagonista dei laboratori e nuova forma di scrittura: medium per “mettere in ricamo” nuovi sguardi sul paese, in dialogo con il gruppo dei partecipanti.
La tessitura, lingua antica e introspettiva, diventa l’esperienza condivisa dei desideri, delle immagini, dei luoghi comuni, delle vecchie storie degli abitanti, ma anche dei viandanti che vogliono prender parte ai laboratori, poiché “non si ama niente senza immaginare”, senza trovare nuovi modi di fare comunità.
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Opera:
01. Giulio Locatelli, Circo tessile, 2024. Installazione, tecnica mista, dimensioni variabili.
Hortus Conclusus – Via degli Orti / Via Casale
Adiacente all’Hortus Conclusus vi è un parcheggio gratuito (accessibile da via Calvario o via degli Orti). L’Hortus Conclusus si trova nei pressi dell’Area faunistica del cervo di Sasso di Castalda. Tutti i giorni, h 24 - 24/7.
Così come i fili intrecciati compongono un tessuto, le relazioni umane si intrecciano per formare il tessuto della società. Ogni nodo rappresenta un incontro, un’esperienza condivisa, un legame tra individui. Circo tessile è così simbolo tangibile della forza e della bellezza della collaborazione.
Giulio Locatelli (Bergamo, 1993) si è laureato in Pittura e in Arti visive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Interessato al mondo del tessile, la sua pratica pone particolare attenzione al filo, inteso come strumento sia d’analisi sia di realizzazione delle idee della mente che altrimenti “prenderebbero freddo”.
Tra le sue recenti mostre personali ricordiamo: Magic Carpet, Platea Palazzo Galeano, Lodi (IT, 2023); Flying Carpet, Fondazione Bernareggi, Bergamo (IT, 2021). Le sue opere sono state incluse in mostre collettive tra cui: Architetture e forme dell’essere, Fondazione Leonesio, Brescia (IT, 2023); Tales from then inside_out the look throug, Co_atto, Milano (IT, 2022); Miniartextil, Fondazione Sponga, Como (IT, 2022); Festina stonata, luogo_e, Bergamo (IT, 2022). Partecipa come finalista a diversi premi, come il Premio Combat (IT, 2020), Premio Nocivelli (IT, 2020), Premio Yicca (IT, 2019), e residenze artistiche, tra cui Synchronicity in Cina (CN, 2017) e Rotondella - People and Landscape in Puglia (IT, 2020).
Il mio lavoro si sviluppa a partire dalla ricerca e dall’interesse verso la produzione della carta fatta a mano e verso il mondo del tessile, con particolare attenzione al filo come strumento d’analisi e di realizzazione delle idee che altrimenti “prenderebbero freddo”.
Il filo diramandosi tra le persone costruisce trame relazionali e produce lavori collettivi che trovano forma in tappeti magici.
Sasso di Castalda si erge a 949 m s.l.m, nel territorio dell’Appenino Lucano. Le sue origini affondano nell’epoca longobarda, ma si presume che fosse già abitato in epoca romana, data la sua vicinanza alla Via Herculea. Si narra che nel Medioevo, a causa delle continue invasioni di serpenti, gli abitanti di Pietra Castalda furono costretti a trasferirsi presso il sito attuale dove, parallelamente, stava sorgendo il villaggio di Saxum.
Maestosa, è così che si presenta la Rocca del Castello di Sasso, una torre di guardia di epoca medievale, da cui si può ammirare l’intero paese e scorgere le Montagne di Pierfaone a est e il paesaggio collinare immerso nella Valle del Melandro a ovest. Oggi il castello è il punto d’arrivo del “Ponte alla Luna”, un ponte tibetano sospeso nel vuoto a oltre cento metri di altezza, con una campata di trecento metri.
Nel Fosso dell'Arenazzo si trova uno dei geositi più importanti d'Italia, risultato dello scontro tra la zolla africana e quella euroasiatica. Quest’area è oggi una sorta di museo naturale e laboratorio en plein air che dal 2010 fa parte di un percorso didattico apprezzato sia dai geologi professionisti che dai turisti curiosi.
La tradizione gastronomica locale, di ispirazione contadina, annovera piatti tipici come la minestra impastata, i fusilli e orecchiette con sugo di “pezzente”, insieme a salumi e formaggi.