Mariona Cañadas e Pedro Murúa
Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono
a cura di
Marta Oliva
Paluzza (UD), Friuli Venezia Giulia
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Storico crocevia tra il Mediterraneo e il Baltico, Paluzza è un borgo del Friuli carnico, ricco di storia e di figure eroiche, come Maria Plozner Mentil, che durante la Prima Guerra Mondiale fu una portatrice carnica. Queste donne mantenevano i collegamenti con le trincee, portando di nascosto viveri e munizioni ai soldati della resistenza. Trasportavano sulle spalle le gerle, cesti conici intrecciati in vimini, tipici della vita agricola delle Alpi, che oggi sono simboli di resilienza e di storia locale. Allo stesso modo, le villotte - canzoni friulane che accompagnavano il lavoro nei campi, spesso cantate mentre si trasportavano le gerle - rappresentano oggi il suono e il linguaggio musicale del territorio carnico.
Un luogo, come un’idea, può essere raccontato, raffigurato ma anche trasposto in musica diffondendosi nello spazio vicino e lontano.
Gli artisti partono da questa idea per realizzare un’installazione sonora, attivabile dai visitatori. Reinterpretando le gerle tradizionali, ne realizzano cinque in legno trasformandole in casse di risonanza per dar voce alle esistenze acustiche di Paluzza e delle sue frazioni: Cleulis, Naunina, Rivo e Timau. Così, il paese stesso diventa un corpo sonoro e le gerle diventano i contenitori in cui si intrecciano il flusso della vita quotidiana, le voci degli abitanti, i sogni, i pensieri e il fiume But che le divide, racchiudendo l’essenza della comunità.
Il titolo Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono racchiude in sé una forma di saluto friulano che deriva dal latino mane dieu, usata per dare il benvenuto al nuovo arrivato. Il progetto risuona nel parco della Torre Moscarda come un invito a rimanere, ad ascoltare, e come un augurio di prosperità per chiunque passi di lì.

Opera:
01. Mariona Cañadas e Pedro Murúa, Mandi Mandi. L’intreccio diventa suono, 2024. Installazione sonora, 5 amplificatori in legno, ferro, dimensioni variabili.
Parco della Torre Moscarda, Paluzza (UD)
L’installazione si trova nel parco adiacente alla Torre Moscarda ed è segnalata da frecce.

Per attivarla scansionare il QR Code presente all’interno di ogni gerla.

Il fiume, la foresta, il saluto sono intrecciati per collegare i villaggi, attraverso il suono. Ispirati dalle villotte, i canti che hanno accompagnato e modellato il territorio, abbiamo raccolto i suoni che derivano dalla vita quotidiana e, simbolicamente, li abbiamo caricati nelle gerle per tessere un paesaggio sonoro collettivo.

Mariona Cañadas (Barcellona, 1991) e Pedro Murúa (Santiago del Cile, 1991), si sono formati alla Scuola Massana di Barcellona dove Murua ha portato avanti gli studi in Tecniche scultoree mentre Cañadas ha conseguito una laurea in Storia dell’arte all’Università di Barcellona. La loro pratica indaga le possibilità del linguaggio tessile e scultoreo nel campo delle arti visive contemporanee e parallelamente attraverso workshop, attività e conferenze.

Insieme hanno partecipato a diverse residenze artistiche e festival, tra questi quello presso il Museo del Lino e della Tessitura sull'isola danese di Fyn (DK, 2019); la Residencia artística del Buen Vivir (PV, 2021); Hilari-um (ES, 2022); In-ruins (IT, 2023) e Embarrat (ES, 2023). Hanno partecipato a numerose mostre personali e collettive, tra le piu recenti ricordiamo la partecipazione alla Biennal d'Art Diputació de Tarragona (ES, 2023); la mostra Tejidos y no Tejidos, curata dalla galleria Espacio Intermedio (ES, 2023) e Mieses al Museo del Tessuto di Terrassa (ES, 2022).

La nostra pratica artistica ha come punto di partenza il valore espressivo dei materiali, legato alle esperienze personali, culturali e naturali.
Comprendiamo i materiali al di là delle loro qualità fisiche, modellabili e costruttive. La loro origine, il modo in cui sono stati manipolati e trasformati e il territorio sono aspetti che ci sfidano e ci portano a interagire con essi in modo particolare.

Paluzza (UD)
Friuli Venezia Giulia

Paluzza si trova lungo l’antica Via dell’ambra che fin dall’Età del bronzo conduceva dal Mediterraneo al Baltico. L’insediamento primitivo fu fondato dai lavoratori delle miniere di rame e d’argento sul Pal Piccolo, Pal Grande e sulla locale Creta. Il borgo si compone delle frazioni di Naunina, Rivo, Cleulis e Timau (località Tischlbong). Quest’ultima è un’isola linguistica di parlata tedesca che ospita il Tempio Ossario, dove sono custodite le spoglie di 1.764 caduti provenienti dal Fronte dell’Alto Bût e dintorni. Importante baluardo di difesa lungo la via che conduceva ai passi oltralpini, la Torre Moscarda è quanto resta di un complesso sistema difensivo e doganale posto in località Enfretors (tra le due torri), sulla strada che porta al Passo di Monte Croce Carnico, oggi museo del territorio con annesso orto botanico.
Il museo della Grande Guerra raccoglie una vasta collezione di cimeli bellici italo-austriaci, reperiti sui monti circostanti Timau e un migliaio di documenti e immagini fotografiche che testimoniano le drammatiche vicende della Grande Guerra sulla linea del fronte denominato “La Zona Carnia”, il cui Passo di Monte Croce Carnico fu uno dei tratti più tormentati. Le poderose opere fortificate di prima linea dei due schieramenti avversi, che in vetta al Pal Piccolo distavano solo poche decine di metri, oggi sono ancora ben visibili.

Si ringrazia: Sindaco Luca Scrignaro, Nicole Coceancing, Ursula Puntel, Dimitri Plozner, Beppino Dicenta, Silvia Tassoti, Erica Baritussio, Concina Rossana, Marco e Andrea Morocutti di Bottega Ebanista, Jose Jünemann, Luca Cimenti, Giuliano Polo.