Il progetto di Eva Marisaldi nel borgo di San Costanzo è un intervento diffuso che dona vitalità ad alcuni luoghi nel territorio del Comune. Le opere che formano il percorso espositivo sono realizzate in collaborazione con Enrico Serotti, consorte e costruttore di diversi strumenti sonori automatici. Un primo nucleo di lavori lo troviamo nel Teatro Della Concordia, un luogo simbolo della comunità̀ dal quale si può intravedere il mare in lontananza. Si tratta di due lavori plastico-sonori. 3000 pagine, installato nel palcoscenico, riproduce il suono di 3000 pagine sfogliate all’unisono, registrato in una azione condotta da un direttore d’orchestra. Nel foyer troviamo Canti, un lavoro video inedito girato in alcuni cantieri edili nel Comune di San Costanzo. La musica composta attraverso un software dedicato a partire da suoni prodotti da oggetti robotici, è il pronto soccorso acustico che accompagna l’assordante attività̀ cantieristica. A pochi passi dal teatro, nel torrione di Nord-Est, siamo accolti da un suono proveniente dalla profondità̀ di un pozzo, il titolo dell’opera è Analfabeta e riproduce il tonfo di libri lasciati cadere. Entrando nella costruzione militare si accede nella neviera dove è ospitata l’opera Democratic psychedelia, un dispositivo audiovisivo che genera sempre diverse animazioni grafiche e differenti strutture sonore.
A pochi km da San Costanzo, nella frazione di Stacciola, lo spazio aereo antistante il forno comunale sostiene il lavoro luminoso Lanterne per Stacciola composto da circa 30 metri di lucerne in tessuto fabbricate a mano dall’artista. Le lucerne contribuiscono al clima festivo ed evidenziano un patrimonio sociale che la comunità forse ha perso, ovvero il rispetto della condivisione rappresentato dal forno comunale.
Il progetto espositivo è legato da numerosi “tappeti” visivi, disegnati con dei gessetti, come nelle pratiche degli artisti ambulanti. Sono dei lavori effimeri, soggetti alle intemperie del tempo, agli acquazzoni estivi. Durante Una Boccata d’Arte sono stati coinvolti i bambini del territorio per ridare vita cromatica ai disegni sbiaditi dal tempo che, come un grande arazzo urbano, collegano gli interventi di Eva Marisaldi nei luoghi di San Costanzo, Cerasa e Stacciola.
IL PROGETTO ESPOSITIVO È LEGATO DA NUMEROSI ‘TAPPETI’ VISIVI, DISEGNATI CON DEI GESSETTI, COME NELLE PRATICHE DEGLI ARTISTI AMBULANTI. SONO DEI LAVORI EFFIMERI, SOGGETTI ALLE INTEMPERIE DEL TEMPO, AGLI ACQUAZZONI ESTIVI
Il lavoro di Eva Marisaldi (Bologna, 1966) si focalizza sulle modalità della comunicazione e del linguaggio, e sulle regole che influenzano i nostri comportamenti. Utilizza diversi media come il disegno, la fotografia, la scultura, il video, le installazioni, l’arte cinetica e la performance per decodificare, in maniera quasi antropologica, cosa si nasconde dietro le convenzioni. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti e al DAMS di Bologna, dove ha debuttato nel 1988 alla “Biennale dei giovani artisti dell’Europa Mediterranea”.
Ha presentato i suoi lavori in molte mostre internazionali, fra cui la Biennale di Venezia (1993), Istanbul Biennale (1999), Biennale di Venezia (2001), Sonsbeek 9, Arnhem (2001), Happiness, Mori Art Museum, Tokyo (2002), Lyon Biennale (2003), Alexandria Biennale (2003), G3, Vira (2003), Sevilla Biennale (2004), Gwangju Biennale (2004), Quadriennale in Rome (2005), due progetti speciali per Art Basel (Basel, 2001, Miami, 2007), Italy 1980 – 2007, Hanoi, (2007), It’s not over yet, New York (2008), Piazze di Roma, MOCA, Shanghai (2010), No Soul for Sale, Tate Modern, London (2011), Documenta, Kassel (2012), Think Twice, Whitechapel, London (2012), Do it, Prishtina (2014), Time is thirsty, Kunsthalle, Wien (2019), International biennal of ceramic art, Jingdezhen (2022). Ha realizzato mostre personali in Italia (Bologna, Milano, Firenze, Napoli, Roma, Trento, Torino, Palermo, Parma, Brescia) e all’estero (Londra, Monaco, Bruxelles, Miami, Parigi, Ginevra, Montpellier, Annecy, Goteborg, Newcastle).
Le opere che formano il percorso espositivo sono realizzate in collaborazione con Enrico Serotti, consorte e costruttore di diversi strumenti sonori automatici
San Costanzo è un comune di circa 4.700 abitanti della provincia di Pesaro e Urbino, collocato sulle prime colline affacciate sul litorale marchigiano, a meno di 5 km dalla costa, comprendente anche i borghi di Cerasa e Stacciola.
Nel complesso l’architettura urbana del borgo si richiama al ‘500, con edifici signorili dei nobili e abitazioni dei meno abbienti. Nelle Chiese sono conservate le ricchezze pittoriche: nella Chiesa Collegiata, si ammira un antichissimo Crocifisso e un pregevole dipinto su tavola del 1958 raffigurante la Madonna, ritrovati nella grotta di San Paterniano nella vicina Caminate; un dipinto di Ercole Ramazzani, raffigurante il presepe; una Madonna e Santi (sec.XVI) di Domenico Fanese; i 15 Misteri del Rosario e la Via Crucis, dipinti su piccole tele. Nella Chiesa di Sant’Agostino, sono conservate varie tele del pittore fanese Giuseppe Ceccarini. Nella Quadreria dell’ex edificio municipale, antica residenza dei Conti Cassi, si conserva una mirabile tela di Claudio Ridolfi detto il Veronese, raffigurante il Battesimo di Costantino.