Hanne Lippard
Ruin
a cura di
Roberta Mansueto per Threes
Grottole (MT), Basilicata
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A partire dalle molteplici cavità ancora presenti nel paesaggio di Grottole (MT), da cui deriva il suo toponimo cryptulae (dal latino “grotticelle”), spazi anticamente adibiti alla lavorazione dell’argilla e alla produzione del vino, l’artista Hanne Lippard riflette su queste aperture nel paesaggio sviluppando un discorso sulla dualità̀ delle parole “whole/hole” intese come “vuoto e pieno” e che per associazione riportano agli orifizi umani e a ciò̀ che può̀ verificarsi, per stessa dualità̀, nella natura e nella società̀. Per Una Boccata d’Arte Hanne Lippard presenta Ruin, un’installazione sonora site-specific che entra in dialogo con la chiesa edificata sui resti della Chiesa dei SS. Luca e Giuliano, comunemente conosciuta come Chiesa Diruta, all’interno del borgo antico di Grottole. Alta 39 metri e larga 20, era la chiesa parrocchiale del borgo costruita a partire dai primi anni del 1500 sui resti di due piccole chiesette. Rimasta sempre incompiuta e colpita da una serie di terremoti che hanno interessato il territorio, oggi è un monumento-rovina che conserva la memoria del tempo. Particolare elemento architettonico della costruzione è la cupola ellittica, che appare sospesa a cielo aperto: questo elemento diviene così vettore attrattivo, una sorta di “buco nel cielo” per la visione celeste, e geometria che ritorna nell’uso di concetti quali cerchi, spirali e sfere già presenti nella produzione artistica di Lippard. Per la serata inaugurale Hanne Lippard realizzerà̀ la performance SYZYGY (2015), riattivata nella lettura in occasione della terza edizione di Una Boccata d’Arte.

UN CERCHIO DI TERRA COMPATTA SOTTO I NOSTRI PIEDI RISPECCHIA ESATTAMENTE LA FORMA DEL FORO NEL SOFFITTO DELLA CHIESA IN ROVINE. IL CERCHIO CHIUSO E SCURO SUL PIANO ORIZZONTALE SI PRESENTA COME UN TROMPE L'OEIL RISPETTO ALL'APERTURA DEL FORO CELESTE. IL SUO ASPETTO ALLUDE A QUALCOSA CHE VIENE SEPOLTO E NASCOSTO, MENTRE IL FORO NEL CIELO INVITA IL VISITATORE A UN'ASCESA, ANCHE SE RESTA SOLO VISIBILE

Hanne Lippard (Milton Keynes, 1984) esplora le forme sociali che governano il discorso. La sua pratica artistica, che principalmente prende forma di reading e installazioni sonore, indaga la voce come strumento di emancipazione e alienazione in tempi di iper-connettività. Mescolando pensieri personali e appropriandosi di testi provenienti dalla pubblicità, slogan e articoli di giornale, il testo diventa un mix di privato e pubblico che riacquista inventiva e autorialità attraverso l’uso della voce, diventando un corpo proprio. La sua recente ricerca artistica si è concentrata sull’uso del corpo femminile come contenitore di suoni, sull’automatizzazione conscia e inconscia della parola e del linguaggio. Recenti esposizioni e performance includono Le language est une peau, FRAC Lorraine, Metz (2021); Contact, Mood, Share at MHKA, Antwerp, (2021); X, Frac des Pays de la Loire, Carquefou (2020); RIBOCA2, Riga (2020); ART 4 ALL, Hamburger Bahnhof (2020); Our present, Museum fur Gegenwartskunst, Siegen (2020); Parades for FIAC, Palais de la Découverte (2019); Art Night London (2019); Goethe in the Skyways, Minneapolis, (2019); n.b.k. Neuer Berliner Kunstverein, Berlino (2019); Nam June Paik Award 2018; Westfälischer Kunstverein, Münster (2018); Ulyd, Kunsthall Stavanger, Stavanger and FriArt, Friburgo (2018).

NELL'AREA ABSIDALE DELLA CHIESA AL DI SOTTO DEL FORO, SI SENTE UN "SINGHIOZZIO" PROVENIRE DALL'INTERNO DI UN VASO IN TERRACOTTA, UN SUONO CHE APPARTIENE AL CORPO UMANO, CRIPTICO MA FAMILIARE CHE SI RIVOLGE VERSO L'AMPIA VOLTA CELESTE. RUIN INSTALLATO AL CENTRO DELLA CHIESA INTORNO AL CERCHIO DI TERRA, È UN SERMONE LAICO CHE PARLA DELL'EDIFICIO IN ESSERE, METTENDO IN RELAZIONE IL CIELO SOPRA DI NOI E LA TERRA SU CUI CI TROVIAMO

Grottole (MT)
Basilicata

Grottole è un comune italiano di circa 2.000 abitanti della provincia di Matera. Il toponimo potrebbe derivare dal greco kruptai (luoghi nascosti), e dal latino cryptulae ossia grotticelle, locali adibiti alla lavorazione dell’argilla, arte per la quale Grottole è rimasta famosa nei secoli.

ha origini remote tanto da essere uno dei centri più antichi della regione. I ritrovamenti di insediamenti preistorici, greci e romani ne sono testimonianza. Posto sulla cima della collinetta della Motta, leggermente distaccata dal paese, il castello di Grottole si narra che sia stato costruito per volere del principe longobardo Sichinolfo di Salerno nel 851. Numerose sono le chiese disseminate nel centro abitato: la Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, con annesso ex convento dei frati domenicani, ha al suo interno diversi elementi di pregio, tra cui altari lignei, la cantoria e il coro risalenti al Settecento, diverse tele e statue. La chiesa di San Rocco, detta anche chiesa di Santa Maria La Grotta, è dedicata al culto del santo patrono di Grottole. All’interno è conservato il prezioso polittico dell’artista Pietro Antonio Ferro, risalente al XVII secolo e raffigurante le Sette opere di misericordia corporale. Sempre nel centro storico si trovano i resti della Chiesa dei SS. Luca e Giuliano, detta Chiesa Diruta. Alta 39 metri e larga 20, era la chiesa parrocchiale di Grottole costruita a partire dai primi anni del 1500 sui resti di due piccole chiesette. Rimasta sempre incompiuta e colpita da una serie di terremoti che hanno interessato il territorio, oltre che da vari incendi, ora è una rovina suggestiva e monumentale che si eleva sul borgo antico. Sull’altopiano di Altojanni, a circa 12 chilometri di distanza dal borgo, è possibile visitare il Santuario di Sant’Antonio Abate, risalente alla fine del Trecento, e i ruderi della Torre di Altoianni, una vera e propria città medievale che scomparve nel XV secolo. Degni di nota sono la Chiesa dei Frati Cappuccini e la Riserva Regionale San Giuliano.

Si ringraziano la famiglia Loparco per gentile concessione del vaso, Angelo De Vito - Sindaco, Mariapina Cosentino - Vicesindaco, tutta l'amministrazione comunale di Grottole, i vari responsabili degli uffici, l'Associazione Made in Grottole e Saverio Iosca.