Sasha Tishkov
Her Branches on the Ground, Her Roots in the Sky
a cura di
Virginia Lupo
Dolcedo (IM), Liguria
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Her Branches on the Ground, Her Roots in the Sky (I suoi rami per terra, le sue radici nel cielo) realizzato da Sasha Tishkov per Dolcedo, celebra l’ulivo come simbolo di sincretismo tra culture e territori del Mediterraneo. Interrogandosi sui legami tra natura e identità, l’artista parte da uno sguardo sul paesaggio imperiese per rendersi conto che tale panorama caratterizza molte altre coste mediterranee. L’introduzione di questa pianta a Dolcedo, da parte dei monaci benedettini di Lerino, ha profondamente trasformato il territorio, così come i frantoi lungo il torrente Prino hanno plasmato la vita della comunità. Il titolo è tratto da un verso della poesia The Second Olive Tree di Mahmoud Darwish, poeta nato in Palestina dove la presenza dell’ulivo è un elemento chiave e simbolo di resistenza.
L’opera Deeply Rooted (Profondamente radicato), in dialogo con il titolo del progetto e posizionata sulla facciata della farmacia del paese, rappresenta simbolicamente le radici dell’ulivo e richiama le numerose decorazioni metalliche presenti nelle nicchie sopra i portoni del borgo. Reminiscing Old Times (Ricordando i vecchi tempi), realizzata con la stampa 3D, ricorda le antiche lampade a olio romane e sottolinea l’importanza e i diversi usi di questa preziosa sostanza. Nella parte orientale dell’argine del torrente Prino, una ruota in legno finemente incisa con i simboli distintivi del fiore d’ulivo è installata sulla facciata del portico di una casa. With Wind It Rises, With Rain It Falls (Con il vento si alza, con la pioggia cade) riporta alla mente i mulini d’acqua che una volta punteggiavano il corso del torrente.
Il progetto concepito da Tishkov esplora le diverse dimensioni dell’ulivo nel tentativo di accostarsi alla storia di Dolcedo. Allo stesso tempo l’artista offre uno spazio di riflessione sui legami tra culture diverse e sull’estrema importanza che le migrazioni hanno per le persone e le comunità, oltre ad avere la capacità di dare forma a territori lontani.

Opere:
01. Sasha Tishkov, Reminiscing Old Times, 2024. Resina sintetica, olio d'oliva, stoppini, 30 x 30 x 30 cm.
Piazzetta San Tommaso, Dolcedo (L’opera si trova nel sagrato della Chiesa raggiungibile attraverso un varco con gradino).

02. Sasha Tishkov, Deeply Rooted, 2024. Ferro battuto, resina sintetica, 80 x 133 x 20 cm.
Piazza Airenti, 3 Dolcedo (L’opera si trova nella nicchia sulla facciata della farmacia).

03. Sasha Tishkov, With Wind It Rises, With Rain It Falls, 2024. Legno d'ulivo, resina sintetica, 50 x 50 x 15 cm.
Via Mameli, Dolcedo (L’opera si trova sulla parete sopra un portico).

Il progetto si ispira alla storia millenaria dell’ulivo e al suo legame con l’uomo, responsabile della sua domesticazione e coltivazione. Le tre opere fanno luce sulla storia e sull’utilizzo diversificato dell’olio d’oliva, riflettono inoltre sul lavoro collettivo e sulla lotta dei contadini per la coltivazione degli ulivi nel Mediterraneo.

Sasha Tishkov (Tallinn, Estonia, 1989) ha conseguito un master in Belle Arti alla Central Saint Martins di Londra. La sua pratica multidisciplinare costruisce scenari speculativi che facilitano la messa in prospettiva critica della nostra realtà socio-economica e del nostro sistema capitalista e patriarcale. Tra le mostre personali e collettive più recenti ricordiamo: So Comes Snow After Fire, VOGA Art Project, Bari (IT, 2023); Save the Mermaid, Parigi, (FR, 2022); Unfamiliar Forms Set, Kensington, Londra (UK, 2022); Mushrooms in Paris. Darren Romanelli & Mürmaid, Over the Influence, Parigi (FR, 2022); Tuur Skulptuur, Telliskivi Roheline Saal, Tallinn (EST, 2022). È stato selezionato per il Gilbert Bayes Award 2022, partecipando alle mostre presso Dora House, Londra, e The Art House, Wakefield (UK, 2023).

Il mio lavoro esplora sia gli ambienti costruiti sia quelli naturali, approfondendo le incertezze geopolitiche, sociali e culturali all'interno delle storie collettive e personali.
Radicata in un coinvolgimento sensibile con la natura, la mia pratica utilizza l’ecologia queer come mezzo per sfidare concetti antropocentrici ed eteronormativi.

Dolcedo (IM)
Liguria

Dolcedo, nel cuore della Valle Prino, è caratterizzato da un nucleo storico medievale, con stradine e carruggi, diversi imponenti ponti e una struttura architettonica di case e botteghe che ne testimoniano la storica importanza commerciale. Circondata da oliveti e boschi, ha alle sue spalle due rilievi superiori ai 1.000 metri che ne fanno meta di un turismo amante della pace, dell’aria salubre e delle escursioni lungo i numerosi sentieri che la collegano alle valli circostanti.
Ricco di sorgenti come la Sorgente Canale, il borgo possiede antichi mulini ad acqua ed è attraversato dal Torrente Prino e dai suoi numerosi affluenti come il Rio Acquasanta, che forma una serie di laghetti nella Frazione di Lecchiore. Tra i suoi tesori architettonici spiccano la Chiesa parrocchiale di S. Tommaso e l’Oratorio di S. Lorenzo. Il Portico “Suttu Munte”, sotto la loggia del Comune, conserva due antiche misure in marmo per l’olio e il vino; il Ponte Grande, costruito nel 1292 dai Cavalieri di Malta per unire la riva sinistra del torrente Prino con quella delle botteghe, ancora oggi riconoscibili dalle aperture con gradino usate come banchi di vendita. La maggior parte del territorio presenta i terrazzamenti tipici delle coltivazioni olivicole e antiche, che si estendono fino alle colline e alle pendici dei monti, e sono testimoniati dai numerosi frantoi presenti tutt’ora.

Si ringrazia: Sindaco Giuseppe Rebuttato, ex Sindaco Giovanni Danio, Assessora alla Cultura Barbara Gibellini, Paola Rancati, Marco Morchio, Gabriel Della Valle, Stefano Robiglio, Andrei Aleksejev, Cyencs - Centre of Exellence, Cipro, Affittacamere Da Lalla, Tipografia Nante.