Virginia Russolo
Campanacci del solstizio (Sos sonazos de primu istíu)
a cura di
Emanuela Manca
Sedilo (OR), Sardegna
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Dunque ogni cosa visibile non perisce del tutto,
poiché una cosa dall'altra la natura ricrea,
e non lascia che alcuna ne nasca se non dalla morte di un’altra.

Tito Lucrezio Caro, De Rerum Natura

Il progetto realizzato da Virginia Russolo trae ispirazione da una tradizione carnevalesca di Sedilo poco nota ma sopravvissuta nella sua integrità: “Sa cursa de su puddu” (La corsa dei galli). Questa ricorrenza annuale, nata originariamente come rito apotropaico, vedeva gli abitanti del borgo afferrare e decapitare polli, appesi a testa in giù su una corda tesa tra due case, durante una corsa al galoppo. Il rito oggi viene riproposto con animali non più vivi e, sebbene abbia perso il suo valore rituale, conserva la sua immediatezza visiva e la sua violenza simbolica. L’elemento sacrificale è saldamente radicato nel Carnevale sardo; la parola stessa, “Carrasecare”, significa lacerare la carne e si riferisce esclusivamente alla carne viva, collegando i riti al culto di Dioniso, dio che veniva smembrato prima di poter rinascere. Il suono dei campanacci, associato in molte culture a un potere protettivo, è onnipresente durante questi rituali e diventa per l’artista la perfetta sintesi sonora e visiva della tensione tra morte e rinascita.
Nel progetto dal titolo Campanacci del solstizio (Sos sonazos de primu istíu) diVirginia Russolo parla specificamente alla memoria degli abitanti: sculture metalliche campaniformi, con batacchi in osso, sono sospese lungo un cavo su una delle vie del paese. Realizzati reinterpretando tecniche tradizionali, i campanacci trascendono i confini convenzionali per esplorare un nuovo linguaggio radicato nella storia culturale collettiva. Integrando materiali organici come cera d’api, grassi animali, fiori, ossa e pelle. Russolo destruttura e ricompone l’immagine del folklore per infondergli nuova vita. Le classificazioni di umano, animale e spirituale si mescolano; elementi biologici e artificiali si fondono per assumere ruoli sia strutturali che metaforici. I Campanacci del solstizio amplificano la luce del giorno pur essendo attivati ​​dalle ossa di animali che hanno terminato il loro ciclo vitale, evocando così temi di morte e rinascita. Attraverso questo lavoro l’artista estrae storie ancestrali e folklore, per modellare nuove mitologie rivolte al futuro.

Opera:
01.
Virginia Russolo, Campanacci del solstizio (Sos sonazos de primu istíu), 2024. Cera d’api, grassi animali, ferro, ottone, pelle, fiori, olio di iperico, ossi di cavalli colpiti da un fulmine, 100 x 500 cm circa.
Via Efisio Marini, 17, Sedilo
Realizzato in collaborazione con la Bottega Artigiana Campanacci Floris

Il Carnevale ci ricorda che una nuova vita può nascere solo dal completamento di un ciclo vitale precedente. Partendo da un rito sacrificale apotropaico di Sedilo, ho utilizzato grassi animali, ossa e la tradizione della fabbricazione dei campanacci per amplificare le tensioni che regolano la vita agro-pastorale.

Virginia Russolo (Oderzo, 1995) vive e lavora a Creta, Grecia, ed è cresciuta tra Italia, Stati Uniti, Giappone, Regno Unito e Paesi Bassi; nel 2017 si è laureata alla Ruskin School of Art dell’Università di Oxford. La sua ricerca indaga come la comunicazione con il sacro è mediata dai materiali, quali cera d’api, seta, propoli, grassi animali e corna, che spesso ricorrono nei suoi quadri e nelle sue sculture. Esplora quella che l’antropologo Tim Ingold definisce una “corrispondenza” con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza. Il suo lavoro è influenzato da elementi di misticismo, mitologia e un sottile senso di nostalgia archeologica. Russolo è stata selezionata per la residenza artistica di Fondazione Spinola Banna in collaborazione con GAM, Torino (IT, 2019) e Rupert’s Alternative Education Programme, Vilnius (LT, 2021). Nel 2023 è stata Visiting Art Scholar alla Shanghai Jiao Tong University. Ha partecipato a mostre presso: Shahin Zarinbal, Berlino (DE, 2024); CLC Gallery, Pechino (CN, 2023); The Address Gallery, Brescia (IT, 2022); Mediterranea 19 Young Artist Biennale, San Marino (IT, 2021); Rupert, Vilnius (LT, 2021); Podium Gallery, Oslo (NO, 2021); Procida Capitale della Cultura, Procida (IT, 2022); 7th Thessaloniki Biennale, Salonicco (EL, 2020); T293 Gallery, Roma (IT, 2018); Pitt Rivers Museum of Anthropology and Ethnography, Oxford (UK, 2017); Modern Art Oxford (UK, 2016).

La mia ricerca indaga come la comunicazione con il sacro sia mediata dai materiali. Cera d’api, seta, propoli, grassi animali e corna sono materiali ricorrenti nei miei quadri e sculture.
Cerco una “corrispondenza” con i materiali, trattandoli come forme di intelligenza. Misticismo, mitologia e un sentimento di nostalgia archeologica informano i miei lavori.

Sedilo (OR)
Sardegna

Nel cuore dell’Isola, sull’altopiano di Abbasanta, affacciato sul suggestivo scenario del lago Omodeo, sorge il millenario borgo di Sedilo. Centro agropastorale del Guilcer, al centro di rilievi coperti da lecci, querce, sughere e macchia mediterranea, offre itinerari da percorrere a piedi, in bici o a cavallo.
Prossimo al lago Omodeo, il parco archeologico di Iloi ospita al suo interno un nuraghe trilobato, un villaggio e due tombe di Giganti risalenti all’Età del bronzo. Il territorio fu tuttavia abitato già prima, come testimonia la necropoli di Ispiluncas, composta da ben 33 domus de Janas, di cui 10 sono visitabili.
Sacro e profano confluiscono nel rito arcaico de s’Ardia, spettacolare corsa a cavallo per santu Antine, che rievoca la battaglia di Ponte Milvio (312 d.C.): Costantino vinse dopo che, secondo la leggenda, gli apparve una croce con scritto “In hoc signo vinces”. Al tramonto del 6 e all’alba del 7 luglio, la folla riempie la vallata, anfiteatro naturale dell’evento. Un centinaio di cavalieri discende senza freni il chilometro dal paese (da su Frontigheddu) al santuario di San Costantino, medioevale e poi ricostruito in stile gotico-catalano nel 1600.
Oltre a quella di San Costantino, si distinguono la chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista, la chiesa con architettura spagnola di Sant’Antonio Abate e quella di San Basilio, per il quale il primo settembre si svolge la corsa degli asinelli.

Si ringrazia: Sindaco Salvatore Pes, Assessora Eleonora Carboni, Maurizio Bosa, Bottega Artigiana Campanacci Floris, Ignazio Floris, Marco Floris, Salvatore Floris, Luca Carboni, Famiglia Floris, Matteo Fenu, Lorenzo Giusti, Giuseppe Meloni, Umberto Soddu, Mauro Peppino Zedda, il Comitato San Giovanni, Associazione Iloi, i bambini di Sedilo e le loro maestre.